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Simenon torna in libreria con tre inediti di Maigret

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Ottanta pagine al giorno, sempre, comunque. Metodico, convinto già a vent'anni che la scrittura sarebbe stata vocazione e fonte di guadagno. Può essere questo l'incipit di Georges Simenon, o della Premiata Ditta Simenon, come la chiama non senza ironia Ena Marchi, editor della narrativa francese e italiana di Adelphi. All'inizio, racconti per un pubblico popolare, narrativa commerciale, trame esotiche, amorose. Un sentiero battuto per giungere al denaro assicurato, ma anche alla libertà di sperimentare personaggi e idee fallibili, dominati dall'incertezza del successo. 

È il caso del commissario Maigret, che Simenon inaugura nel 1930 con Pietro il Lettone. Istintivo, burbero, fumatore di pipa, amante della cucina, aria da bon vivant. Insomma, sarebbe piaciuto? Andò diversamente dai dubbi del suo creatore: pubblico conquistato, 75 romanzi, una trentina di racconti e poi cinema, televisione: «esisterà sempre un Maigret da rileggere senza porsi il problema tutto giallistico del come va a finire», ha scritto una volta Stefano Olivari. Tuttavia, Maigret va in pensione troppo presto. È Simenon che, inaspettatamente, lo richiama in servizio alla fine degli anni Trenta. Il tenore di vita dello scrittore e le pressanti richieste del suo editore fanno sembrare il ritorno del Commissario come il disperato soccorso di un amico o di un figlio. È Maigret che torna da Simenon, per ricominciare, come se fosse un destino. Nascono così i cinque racconti che Adelphi -  la casa editrice che in Italia sta pubblicando l'opera completa del romanziere di Liegi – ha raccolto nel volume Minacce di morte, da pochi giorni nelle librerie.

Tre dei cinque racconti, apparsi tra il 1938 e il 1941 su settimanali o riviste, L'enigmatico signor Owen, Quelli del Gran Café e Minacce di morte, non sono mai stati pubblicati in Italia. Nel dettaglio, ne L'Enigmatico signor Owen, il commissario si sta godendo qualche giorno di vacanza, senza la moglie, in un grande albergo della Croisette. Il suo istinto, però, lo spinge a fare chiarezza su un delitto ambiguo e apparentemente senza soluzione. In Quelli del Gran Café, invece, Maigret è alle prese con un cadavere che mette in subbuglio il piccolo paese di Meung-sur-Loire, dove sta trascorrendo i suoi giorni di riposo. Nell'ultimo racconto inedito, Maigret indaga nella vita di un notabile di provincia ossessionato da oscure ed inverosimili minacce di morte. Scoprendo un ambiente borghese corrotto dalla noia, dal sospetto e dalla grettezza dell'animo umano.

Accogliamo invece con tristezza un'altra recente notizia che riguarda il romanziere belga: la sua immensa casa in Svizzera, da lui progettata nel 1963 e ormai disabitata da tempo, sarà presto demolita. La decisione è stata presa ieri sera dal consiglio comunale della località di Epalinges, nel cantone di Vaud, dove sorge la villa. Al suo posto nasceranno dodici palazzine, comprendenti settanta alloggi.  

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