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Il festivaletteratura di Mantova, o l’anti Salone di Torino, o la Woodstock dei Libri

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Ogni anno a Mantova avviene un miracolo. Un grazioso borgo rinascimentale della pianura lombarda, circondato dal fiume Mincio e dominato dalla mole del Castello di San Giorgio, diventa la patria dei lettori. Questo popolo si materializza dal nulla, si risveglia dalle pieghe della società e riempie le piazze, i cortili, le chiese e i palazzi.

A Mantova non solo si respira un’aria di festa, non solo ci si gode la bellezza di questa città d’arte gonzaghesca negli ultimi giorni d’estate, non solo si viene accolti da un’orda di volontari e organizzatori entusiasti, ma soprattutto si partecipa ad un festival della lettura, non delle case editrici e del mercato editoriale, ma della lettura come passione, come impegno, come divertimento, come momento di condivisione. A Mantova ci si sente davvero una piccola comunità senza patria, soprattutto quando si pranza tutti insieme in mensa, dove può accadere che Terry Brooks sia in coda davanti a te per un piatto di lasagne, o si sorseggia un caffè in Piazza Leon Battista Alberti, punto di incontro principale fra ospiti, organizzatori e pubblico, o si dorme in campeggio insieme ai volontari.

A Mantova c'è spazio per tutti quegli argomenti che ruotano attorno ai libri ma che spesso e per fortuna esulano dal puro discorso letterario. Ci sono gli eventi di Consapevolezza Verde, incentrati sull'ecologia e sulla tutela dell’ambiente, come l’emozionante discorso di Vandana Shiva sul nostro dovere di proteggere la madre terra, e soprattutto su come farlo. Ci sono conferenze a tema politico e giuridico, come la lectio magistralis di Stefano Rodotà su diritti e mercato. C'è il giornalismo low cost di Andrea Marinelli e Jordi Peréz Colomé, che ci hanno parlato di come, grazie ad internet e al supporto dei lettori, sia possibile anche oggi fare giornalismo di inchiesta indipendentemente dai giornali. In Piazza Mantegna c’è una “lavagna” dove si tengono quotidianamente lezioni di chimica e si affrontano problemi di scienze. C’è l’amore per la cucina, negli incontri della casa Slow Food e nella conferenza degli antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola sul valore culturale del cibo. E poi c'è anche la letteratura più alta e seria: una deliziosa e raffinata conversazione fra Bianca Tarozzi e Ginevra Bompiani sui diari di Virginia Woolf e una lezione, appassionata e acuta, di Adriana Cavarero sull'attualità di Platone. E c’è anche molto, molto altro. Ma questo è stato il mio festival: chiedete a qualcun altro e vi racconterà mille altri momenti speciali. A Mantova non si teme nessun argomento, e la cosa più sorprendente è che qualunque tema raccoglie un pubblico numeroso, attento e partecipe.

Inoltre si ha l’impressione che a Mantova gli scrittori, per una volta, non sentano l’obbligo di promuovere i propri libri, ma semplicemente si godano il piacere di conversare con i lettori, e grazie a ciò riescano davvero a emozionare con la loro sensibilità e intelligenza. Ad esempio, David Grossman giovedì sera ha regalato un'impagabile lezione su cosa significhi essere scrittori, cosa sia la creatività, come riconoscere se stessi (o il proprio Luz, per usare la metafora dell'autore) e come l'arte abbia a che fare con il rapporto fra vita e morte.

E dove si celebra la lettura come momento collettivo, come può mancare Finzioni? Venerdì pomeriggio noi redattori abbiamo avuto l'occasione di incontrare alcuni amici blogger, fare due chiacchiere insieme e confrontarci sui nostri progetti durante l’evento Blogger VS Blogger. Ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione di come in internet ci sia la voglia di parlare di libri in modo anticonvenzionale, divertente e trasversale, e anche di sperimentare nuovi modi di produrre letteratura. Siamo in tanti, agguerriti e bravissimi.

In questa occasione noi blogger siamo stati ospiti di The Reading Circle, un gruppo di lettori e bibliotecari che, a quanto pare, la pensano proprio come noi: «La lettura è un cerchio» affermano «Non solo perché è piena, avvolgente e – diciamolo! – a suo modo perfetta, ma perché ha tante persone che le stanno intorno per accudirla, farla crescere, sostenerla. Un lettore non è mai solo.»

 Di lettura collettiva e condivisa ci ha anche parlato sabato pomeriggio Luca Ferrieri, usando come parole chiave "solitudine" (la lettura è una pratica sociale ed asociale), "natalità" (quando si legge si è sempre in due, e l’essere in due è principio di dialogo e azione) e "condivisione". Quindi non siamo solo noi di Finzioni a crederci: tutti i lettori fanno parte di un grande cerchio, che ci collega e al cui interno germoglia la letteratura. Ed ogni anno, nella prima settimana di settembre, questo cerchio diventa visibile e prende vita a Mantova.

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