
Vi è mai capitato di venire in Liguria e di sentire, nei pressi del mare, un forte odore che io amo chiamare “di pesciazzo”, cioè quell’odore di pesce andato a male? E, magari, passeggiando sulla riva avrete pure notato che là, dove si fermano le onde prima di ritirarsi, si è accumulata una striscia di roba azzurrina e gelatinosa. Ecco, è proprio quella cosa lì che puzza tanto: si tratta di un certo tipo di medusa, la velella o barchetta di San Pietro che, per la gente del luogo, si abbrevia semplicemente in barchetta. Senti puzza di pesce marcio? Ecco che sono arrivate le barchette!
Cosa c’entra tutto questo, vi starete chiedendo.
Ve lo spiego: le barchette stanno alla piacevolezza di stare al mare, come Camilleri sta ai libri degli altri. Ora io non avrei niente contro Camilleri, mi stanno parecchio simpatici lui e, pur avendo letto solo uno o forse due dei suoi romanzi, le storie che racconta. Però, davvero, non ne posso più di osservare la gente che legge e scoprire ogni volta che c’è qualcuno che ha in mano un romanzo di Camilleri.
Domenica scorsa me ne sono capitati ben due nella stessa fila di ombrelloni a distanza di una decina di lettini: tra la signora dal costume giallo-arancio in tinta con la copertina di Trainspotting (Guanda, 2004) e il ragazzo occhialuto che leggeva Lungo il cammino verso la libertà. Autobiografia di Nelson Mandela (Feltrinelli, 2013), ho spiato un giovane con in mano Il tailleur grigio (Mondadori, 2009) e poi ho trovato appoggiato su una sdraio La pista di sabbia (Sellerio,2007). E poi queste copertine tutte uguali, tutte blu come la striscia delle barchette che si accumulano sulla riva… Belle, caratteristiche, un effetto cromatico carino da vedere soprattutto dall’alto, peccato che produca un odore insopportabile, appunto, di pesciazzo.
Gente, per favore, leggete anche qualcos’altro, datemi altri spunti, non fatemi puzzare Camilleri!
L'articolo Cattivi odori sembra essere il primo su Finzioni.