
«Sono sette anni che si parla di questa traduzione, sette anni trascorsi tra un accidente e l'altro.»
esordisce così Mauro Bersani, editor di Einaudi all'incontro dedicato a Gianni Celati e Joyce domenica al Salone di Torino. Sette anni che il povero, mitico Celati ha impiegato per tradurre l'Ulisse di James Joyce. E a vederlo sembra che l'esperienza l'abbia provato nel corpo e nello spirito (ma ascoltarlo incespicare sulle parole, e sarà anche la vista, dice, balbettare e incepparsi nei pensieri, fa tenerezza e soggezione insieme).
Fatto sta che in sette anni l'episodio che stava per mettere tutto a repentaglio è stato quando Celati ha lasciato il computer sul treno. Computer che ovviamente conteneva la prima revisione completa di
tutta la traduzione. Pare che il povero si sia accorto del fattaccio appena sceso del treno, che si sia messo a corrergli dietro, gambe permettendo, e che però il treno sia andato con l'Ulisse al seguito.
E che milioni di telefonate alle Ferrovie dello Stato non l'abbiano riportato indietro. Trafugato. Sparito. Perso.
E sicché il Celati, che chissà quanti di quei sette anni aveva già trascorso fino ad arrivare a quella prima stesura, preso da massimo sconforto voleva mollare tutto. Per fortuna amici, parenti e staff al completo dell'Einaudi gli hanno fatto cambiare idea.
Così ora il nuovo tomo splende in tutta la sua rinnovata energia. Energia che è arrivata al Salone sotto le spoglie di Chiara Caselli, attrice che sta portando a teatro parte del monologo di Molly Bloom. Pare che la ragazza ne fosse già praticamente ossessionata, e che quando seppe che il Celati stava svecchiando la versione tradotta da DeAngelis degli anni '50 gli sia rimasta attaccata alle costole fino a sfornare il folgorante monologo. E perciò non stupisce la premura con cui sul palco di Torino si coccolasse il Celati, e gli prendesse la parola senza colpo ferire, Celati evidentemente felice di cederla, la parola. E il quasi duetto che i due hanno praticamente intonato è stato uno dei momenti più commoventi di tutto il Salone.
Sfido chiunque abbia sentito la Caselli rivolgersi a Celati con quel «Il sole splende per te», a non aver sentito il bisogno di andare subito a comprare l'Ulisse (salvo poi farci un secondo pensiero alla vista del prezzo, 28 euro, e soprattutto del “No sconti in fiera” opposto da quelli di Einaudi). E però bisogna essere cuori artisticamente insensibili se non si è giurato a se stessi che questa è l'estate in cui si affronta l'Ulisse di Joyce. Prezzo o non prezzo. Sconto o non sconto.
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