
Nell'entropico universo del Salone del libro di Torino, tre sono le stelle fisse che indicano al professionista dell'editoria dove andare, alla fine della giornata, a slacciare la cravatta metaforica del suo sorriso da stand e impugnare finalmente il cocktail agognato. Perché dopo i pranzi raffazzonati al camioncino della porchetta, in una tentacolare quanto caparbia fila di scrittori, stagisti e quarantenni in sneakers coi pargoli, esauritesi le ore del babysitteraggio agli autori e della disperata attesa di far tintinnare la cassa, lì, fuori dal salone, ci sono le feste. Il giovedì al Fluido con gli Editori indipendenti, il venerdì minimum fax alla Società Canottieri Esperia (il party più grande e più d'atmosfera, chiedete l'invito allo stand) e il sabato ospiti di Fandango editore e Scuola Holden – cui quest'anno si è aggiunta Feltrinelli – all'Hiroshima Mon Amour. Novità del 2013, per chi proprio non se ne vuole andare da Torino, la festa dei Nuovi editori indipendenti la domenica.
All'affanno di resistere allo sforzo fisico richiesto dal Salone quest'anno si aggiunge la caccia all'invito per l'esclusiva festa della Scuola Holden, che rinasce (il party si chiama “Reborn”, in carveriano inglese) e si rinnova insieme a Fandango e, novità, a Feltrinelli, limitando la sua snobbissima lista e portando l'ansia sociale degli editoriali al bivio “chi c'era/chi non c'era” (tralasciando chi, seraficamente, ha visto la pioggia e ha lasciato scivolare l'invito sotto il letto).
I padroni di casa (Alessandro Baricco, Domenico Procacci e Carlo Feltrinelli) non sono certo qui per ballare Get Lucky, in compenso editor e autori si scatenano, rassicurati dalla sensazione di trovarsi in un microcosmo dove in fondo ci si conosce tutti, e dove anche gli sconosciuti ballano nello stesso modo alcolico e incurante. Gli ospiti più anziani, in zona chill-out, sono a loro agio come in un salotto romano. Quando però, tra il frastuono della disco, si chinano per sentire cos'hanno appena detto le loro accompagnatrici, sembrano dei nonnetti sordi. Fuori diluvia, come per punizione. Un piccolo capannello di fumatori si forma sotto la tettoia e divide i viziosi dai salutisti, dimostrando come la letteratura non produca più i geni maledetti di una volta.
Sulla pista, il dj-set di Ocram e Miss Rossella riesce nel difficile intento di accontentare tutti senza risultare qualunquista. E poi, sarà per la pioggia, sarà per la selezione, fatto sta che gli invitati non sono troppi né troppo pochi. Alla fine la sensazione di aver parlato con qualcuno, anziché urlato nelle orecchie di sconosciuti, ti accompagna fino alla domenica, dove ti risvegli con un sole insperato, la testa non troppo pesante, Torino ancora davanti a te. Quasi quasi si bidona la fiera.
"Sottocopertine" ha raccontato la vita mondana del Salone del libro anche l'anno scorso, qui.
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