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Oh, finalmente! Ormai mancano solo poche ore e poi potremmo fiondarci tutti su Inferno di Dan Brown. Gli ultimi giorni sono stati davvero elettrizzanti, con quell'eccitazione tipica delle grandi attese. La storia dei traduttori segregati da Mondadori, poi, ci ha già calato tutti nell'atmosfera, facendoci immaginare questi undici poveracci chiusi nelle cantine, chini sui portatili, con una vibrante luce di candela a regalare squarci di luce sul mistero. Sì, avevamo proprio bisogno di una nuova pubblicazione-evento. E, a quanto pare, sembra che ne avesse bisogno anche Firenze.
Dopo un anno trascorso a interessarsi o a far finta di non interessarsi o a prendere in giro quelli che si interessavano delle Cinquanta sfumature, stavolta le luci dei riflettori si poseranno su un libro dal pubblico potenzialmente meno circoscritto. Perché, se molti si erano tirati indietro e avevano evitato di immischiarsi nelle discussioni sull'erotismo letterario, ora l'argomento è uno di quelli che attira tutti. C'è in ballo la robba nostra, si parla di Dante, della Commedia, dell'Italia, diamine! Una volta tanto siamo al centro della scena senza dover ricorrere a crisi economica, spread, scandali politici e altri cavalli di battaglia, ma giusto perché ci ha pensato Dan Brown a ricordarci che avremmo anche degli altri assi nella manica. In tempi non sospetti avevo scritto che l'uscita di Inferno avrebbe fatto bene a Dante, riportandolo al livello di popolarità che gli spetta. Ma questo romanzo potrebbe tornarci ulteriormente utile, perché pare che farebbe aumentare del 10% il turismo a Firenze.
Ne parlano qui Eugenio Giani, presidente del consiglio comunale fiorentino, e Silvano Fei, presidente del Museo Casa di Dante. Come accaduto con Leonardo grazie al Codice Da Vinci, anche con Inferno si immagina che Dante e la sua opera diventino oggetto di grande attenzione anche al di fuori dei soliti ambiti accademici e scolastici. Ma la cosa importante è che lo stesso comune di Firenze potrebbe guadagnarci, visto che il romanzo di Dan Brown spingerebbe moltissime persone a visitare i luoghi che hanno ispirato il poema dantesco e il thriller che ne vuole indagare le pieghe più oscure. Quindi, ricapitolando, noi abbiamo questa Commedia che è considerata la più grande opera letteraria di sempre; abbiamo le ossa di chi l'ha scritta e anche le città e i personaggi di cui si parla nelle terzine. E se proprio vogliamo essere giusti, abbiamo anche la pasta, la pizza e le mozzarelle, ma anziché ricordarci che con tutto ciò potremmo campare di rendita, lasciamo che sia Dan Brown a farci sopra un po' di quattrini. Niente, la bontà di noi italiani non proprio ha limiti, anche se forse viene superata solo da un'altra cosa, che fa rima con la prima.
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