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Sophie Kinsella: pensavo fosse amore e invece erano soldi

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gigi

Sophie Kinsella è stata la meteora della chick-lit, il fenomeno in stile Sex & the City, Bridget Jones e compagnia bella. Lei e la sua serie delle Shopaholic hanno rivoluzionato il mercato editoriale con tonnellate di libri venduti. Poi anche lei ha dovuto cedere il passo alle ultime leve (Un diamante da Tiffany, Un regalo da Tiffany, I love Tiffany etc). Ma la ragazza della letteratura rosa non manca comunque di farsi sentire ad ogni nuova uscita.

kinsella Sophie Kinsella: pensavo fosse amore e invece erano soldiCon A che gioco giochiamo? (Mondadori 2013), Madeleine Wickham, vero nome di Sophie Kinsella è presto arrivata nelle classifiche (senza scalate, ma comunque). L’ultimo prodottino in realtà è il suo primo volume, e risale al 1995, ma già vediamo le atmosfere che l’hanno resa famosa (e ricca).

Una serie di coppie si riuniscono alla “Casa Bianca”, residenza di campagna dei ricchi Patrick e Caroline, per un torneo di tennis/party. I padroni di casa hanno invitato i vecchi amici: Stephen e Annie, i più poveri ma “colti”, Charles e Cressida, i più ricchi ma sull’orlo del disastro, e due vicini, Don con figlia Valerie. Per dare un ulteriore giro di vite è in arrivo anche Ella, la hippy.

Il lettore è chiamato a spiare l'intrecciarsi delle dinamiche sociali dei protagonisti che si muovono all'interno della Casa come i concorrenti del Grande Fratello. In questo caso il lettore è veramente onnivedente, non ha nemmeno l'uggia degli angoli ciechi che il dispiegamento delle telecamere del reality con tutta la buona volontà non riesce a eliminare. Il lettore della Kinsella sfoglia ipnotizzato pagina dopo pagina i chiacchiericci e i drammi che gli vengono proposti come guarderebbe la diretta dalla Casa. È il voyeurismo, bellezza!

Tranne che l’atmosfera è evidentemente patinata: abiti da sera, Bentley, sigari e completi da tennis Gucci e Chanel, il tutto annaffiato da litri di cocktail fruttati. Perfetto specchio della società: qui sono i soldi il soggetto della narrazione. Eccesso di soldi o mancanza di soldi. Solo in un mondo dominato da discorsi sui soldi la Kinsella poteva trovare terreno così fertile per i suoi tutto sommato ben congegnati prodotti, che fanno un genere a sè: il Romanzo di Superficie.

E ovviamente dove sono i soldi c’è l’invidia. L’amore che move il sole e l’altre stelle? No. È l’invidia il vero motore. Invidia per chi ha i soldi, ma anche per chi non li ha, invidia per chi ha figli e anche per chi non li ha. La Kinsella ha il pregio di non mettersi al di sopra di alcuna piccineria, ma di accoglierle tutte. Presenta il peccato, fa in modo che il lettore ci si possa ritrovare e poi lo assolve. Benvenuti nel rito purificatorio dei giorni nostri. 

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