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Quanto e come hanno letto gli italiani nel 2015

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Inizia l'anno, è tempo di dati. Che gli italiani non vadano matti per la cultura l'Istat ce lo ha detto chiaro e tondo, e il nostro Andrea ne ha parlato riuscendo miracolosamente a scrivere un articolo su un rapporto Istat senza tirare in ballo numeri e percentuali. Oggi di quei dati approfondiamo solo la parte relativa alla lettura e in particolare al digitale; anch'io voglio provare a parlarne senza digitare caratteri numerici, perché, diciamocelo, chissenefrega delle percentuali.

Allora, si sa che gli italiani leggono poco e non è che il 2015 sia stato l'anno della svoltta: un piccolo miglioramento c'è stato rispetto all'anno precedente, ma sono sempre troppo pochi gli italiani che hanno letto almeno un libro all'anno. E del resto quello che emerge dalle ricerche Istat è che l'amore per la lettura di solito è amore per la cultura in generale: chi è propenso ad avere interessi che rientrano nella sfera culturale tende a leggere di più. Tra parentesi, questo dato degli italiani che hanno letto almeno un libro all'anno mi fa impazzire, perché se uno legge un solo libro in un intero anno o è un dritto che ha letto Guerra e pace, o legge una parola al giorno come faceva Snoopy: se non è così, allora è molto probabile che abbia letto l'ultimo libro di ricette di Benedetta Parodi. Perché anche chi legge 50 sfumature di grigio poi legge almeno un secondo libro – 50 sfumature di rossoE infatti di questi italiani del libro annuale i lettori forti restano una minoranza

Se vi stavate chiedendo com'è il lettore forte-tipo, tenete a mente queste due cose: le donne leggono più degli uomini e la fascia d'età in cui la lettura è più diffusa è quella dei 15-17 anni. Certo, la scuola obbliga un po' a leggere, ma c'è anche un aspetto più romantico in cui voglio credere fermamamente: c'è che, come ha scritto Ammaniti «quando si è adolescenti e non sai chi sei e arrivano i primi amori, ti senti impacciato, fuori luogo, allora i libri, in un modo tutto loro e insostituibile ti aiutano, ti raccontano di te e ti capiscono meglio di come ti capisci tu». La scuola, dicevamo, gioca un ruolo non indifferente nell'educazione alla lettura, ma non è sufficiente: l'amore per i libri è genetico, i figli di lettori tendono a diventare lettori loro stessi. E se lettore forte vi fa venire in mente una persona sedentaria, ricredetevi: sarà che l'attività fisica fa bene al cervello, ma la lettura è maggiormente diffusa proprio tra chi pratica sport.

Ma parliamo di digitale: nel 2015 l'acquisto di eBook è cresciuto, ma non si pensi che il digitale possa sostituire il cartaceo. Chi scarica più eBook è proprio chi dispone anche di una nutrita biblioteca di libri tradizionali, che non smette di acquistare sul web o in libreria. Verrebbe da dire che allora il digitale non ha poi quel gran ruolo di diffusione della lettura, perché resta comunque relegato a chi già legge e non cattura nuovo pubblico. Però i dati raccontano anche un'altra storia: quella di chi non ha libri in casa ma è solito navigare sul web, e veleggiando in internet si è imbattuto in qualche titolo interessante; e ha comprato l'eBook. Come se il digitale possa fare da chiave di accesso per chi non è molto avvezzo ai libri cartacei e alle librerie. Del resto vi avevo già raccontato la storia dei piccoli lettori britannici che preferiscono leggere l'eBook perché fa più figo. 

 

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