È attraverso le associazioni banali che si costruiscono le immagini stereotipate dei Paesi. Se l'Italia è pizza, mafia, mandolino, camerieri baffuti e persone urlanti e gesticolanti, la Spagna è paella, sangria, maschi ingelatinati che rimorchiano come se non ci fosse un domani e corrida. La corrida che per molti è uno spettacolo atroce, inaccettabile, ma che per altri è tradizione irrinunciabile. A Villafranca de los Caballeros, in provincia di Toledo, il sindaco però ha deciso di destinare i fondi per la corrida all'acquisto dei libri e dei materiali scolastici per gli studenti della città.
La prima cosa che ho pensato è: cosa ne direbbe Hemingway? Sempre per rimanere saldamente in sella agli stereotipi, è anche grazie a Hemingway e a Fiesta se io ho cara nella mia mente l'immagine della Spagna polverosa, tutta vino, Lady Brett Ashley e tori. Una Spagna lontana nel tempo, romanzata, che però le immagini di una corrida di oggi fanno esplodere nuovamente davanti ai nostri occhi, come se nulla fosse mai cambiato, come se all'improvviso nel Colosseo si materializzassero pubblico, gladiatori e bestie feroci. Uno spettacolo adrenalinico, sì, ma diciamo che oggigiorno molte persone preferiscono altri spettacoli, piuttosto che tori agonizzanti e toreri infilzati.
La decisione di Julián Bolaños, neo-eletto sindaco socialista di Villafranca de los Caballeros, non è però basata sul gusto personale. Come ha chiarito lui stesso, il punto non è il giudizio sulle corride (che per lui restano «uno spettacolo crudele») ma la possibilità di utilizzare i fondi comunali in un altro modo, rivedendo le priorità. La città conta poco più di 5200 abitanti e la forte disoccupazione impedisce a molte famiglie di sostenere le spese per libri e materiali scolastici, così si è arrivati alla decisione di interrompere il finanziamento annuale di circa 18mila euro per la corrida e di spendere quei soldi in altra maniera.
«Anche le persone che amano le corride mi hanno chiamato per dire che sono d'accordo con noi» ha detto Bolaños. «Mi dicono che possono andare in altri luoghi da vedere le corride, ma che queste famiglie non hanno altre opzioni a loro disposizione». La scelta di Villafranca de los Caballeros si inserisce in realtà all'interno di un panorama ampio di rinuncia. Un po' per la crisi e per la conseguente revisione della spesa, un po' per le battaglie animaliste, da tempo in Spagna la corrida è stata messa in discussione e molte città si sono impegnate e rinunciarvi. A Madrid il sindaco ha spinto per il finanziamento privato, evitando di spendere soldi pubblici e a La Coruña probabilmente non si terrà la corrida prevista per agosto. I partiti tradizionalisti si oppongono, perché la corrida va tutelata come elemento identitario della cultura popolare spagnola, ma quando i soldi scarseggiano non si guarda in faccia a nessuno e in questo caso a guadagnarci sono sia gli studenti sia i tori, con buona pace di Hemingway.
L'articolo Spagna, più libri meno corride sembra essere il primo su Finzioni.