Quantcast
Channel: Finzioni Magazine
Viewing all articles
Browse latest Browse all 3302

Trincee di Mezzo: J.R.R. Tolkien, la guerra e il salvarsi per un filo

$
0
0

Sono quasi le tre del mattino e ancora non riesco a dormire perché — come un bimbo di cinque anni alla sua prima volta al cinema — mi trovo ancora per metà galvanizzato dal terzo film dello Hobbit, che ho finito di vedere al multisala delle mie parti in lingua originale poche ore fa. Mi pare dunque una buona occasione per scrivere due parole su Tolkien con (seppur fragile) cognizione di causa.

La notizia di oggi è una di quelle che mi fa spaziare col cervello in quell'area dei pensieri improduttivi e fantasticanti che lasciano con lo sguardo perso a mezz'aria: quelli di Forces War Records, la divisione "archivistica" dell'associazione inglese Forces Reunited, che riunisce i veterani di guerra inglesi fin dal 2001, hanno recentemente dissotterrato alcuni documenti risalenti alla Prima Guerra Mondiale riguardanti, fra i tanti soldati, anche il sottotenente John R. R. Tolkien.

Impegnati nella loro attività di digitalizzazione di documenti d'annata, gli archivisti di Forces War Records hanno riscoperto delle pagine di un registro di un ospedale da campo nelle quali compare il nome dell'autore dello Hobbit e del Signore degli Anelli. E in queste pagine veniamo a scoprire che fu una febbre da trincea di "origini sconosciute" a salvare la vita del futuro scrittore: dalle pagine del registro pare infatti che il 20 ottobre 1916 Tolkien venne "dimesso" dal fronte dov'era impegnato l'undicesimo battaglione dei Lancashire Fusiliers per via del protrarsi di una febbre che continuava a causare nel soldato Tolkien malessere, irritazioni, crampi alle gambe e infiammazioni degli occhi.

Spostato nelle retrovie dall'ambulanza di campo numero 75, l'allora venticinquenne proto-scrittore si trovò instradato verso casa proprio in quei giorni in cui il suo battaglione avrebbe subito un ferocissimo bombardamento da parte dei mortai tedeschi, che avrebbe portato alla morte di buona parte dei suoi commilitoni (di cui gran parte sarebbe poi comunque morta nelle offensive successive). Salvato dalla terra di mezzo e di nessuno delle trincee, Tolkien poté fare ritorno a casa in relativa incolumità, e di lì a pochi anni iniziare a scrivere di quella Terra di Mezzo che sta trascinando al cinema milioni di persone in questi giorni.

Viene così da perdersi nella fantastoria, e a domandarsi quanto sottile fosse (pochi batteri a quanto pare) il filo che tenne appesa la vita di Tolkien per qualche anno in più ancora, e che non gli fece fare la fine di quei "giovani mandati a morire come bestiame" di cui canta Wilfred Owen nella suo "Inno ad una gioventù condannata":

For whom do the bells toll when sentenced to die?
the stuttering rifles will stifle the cry
the monstrous anger the fear's rapid rattle
a desert inferno kids dying like cattle.

E già la notizia in sé ha quasi dell'incredibile, poiché stando ai responsabili del Forces War Records, dopo la fine della guerra buona parte di questo tipo di documenti venne mandata al macero, lasciando conservato negli archivi nazionali poco meno del 2% del loro totale. Nelle parole di Humphrey Carpenter, biografo di Tolkien, "Nel giro di pochi giorni Tolkien si trovò trasportato dagli orrori della trincea alle lenzuola bianche di un ospedale di Birmingham, una città che gli era cara".

Poche settimane dopo il suo ricovero, Tolkien ricevette notizia della morte del suo amico GB Smith. Era stato proprio quest'ultimo poco tempo prima ad aver spronato il primo alla scrittura, e a "dire quelle cose che ho cercato a lungo di dire io stesso quando io non sarò più qui per dirle, se a questo si finirà con l'ammontare".

L'articolo Trincee di Mezzo: J.R.R. Tolkien, la guerra e il salvarsi per un filo sembra essere il primo su Finzioni.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 3302

Trending Articles