(photocredit: telegraph)
Il mondo cambia. Sarà che quando si parla di libri ci si fa prendere troppo spesso da languori romantici, pensando a quanto era bello vivere nell'ottocento, avere una casa polverosa piena di volumoni rilegati e conoscere Jane Austen. Ma il mondo cambia, soprattutto quando si parla di libri. Alla metà del secolo scorso, un club del libro come quello dell'editore tedesco Bertelsmann sembrava l'idea del secolo, e così fu. Ora però le cose vanno diversamente.
A me l'idea del club del libro ha sempre affascinato, forse perché non l'ho mai testata di persona. Subisco il fascino dello sconosciuto, sono allettato dal poco noto. La diffusione dei libri e la promozione della lettura attraverso abbonamenti, cartoline e spedizioni postali ha un non so che di entusiasmante, perché rimanda a quegli anni effettivamente entusiasmanti, dove si percepiva voglia di fare, di espandere, di lavorare con i libri. Anni di editori protagonisti e di fiori fior di intellettuali stipendiati da casa editrici e redazioni giornalistiche. Bei tempi, bei tempi andati.
In Germania il colosso Bertelsmann ottenne un successo clamoroso con il suo Club del Libro, Der Club. Durante il boom economico tedesco del Dopoguerra, l'editore indovinò la formula giusta per vendere libri scontati via posta e cominciò ad aprire, a partire dal 1964, dei negozi in tutta la Germania, espanendosi poi in Europa e Nord America. Nel 1992 sul suolo tedesco si contavano 300 punti vendita e oltre 7 milioni di soci iscritti al Club. Oggi i numeri impietosi testimoniano un declino netto, con 52 negozi e vendite di "appena" 100 milioni di euro (negli anni novanta si toccavano i 700 milioni).
Il problema è che ormai il lettore non percepisce più la convenienza di un simile servizio, di un simile modo di concepire la vendita e la lettura dei libri. Per questo Bertelsmann ha annunciato che entro il 2015 i punti vendita e Der Club cesseranno la propria attività in Germania, Austria e Svizzera. Sara Simon, senior media analyst della Berenberg Bank, ha dichiarato: «Il modello di business dei club del libro è vecchio ed è stato ampiamente superato dalle vendite online, dove Amazon è leader di mercato.» Negli ultimi dieci anni, internet ha radicalmente cambiato le abitudini dei lettori tedeschi. Lo scorso anno il 16,3% dei libri venduti in Germania è stato venduto via internet e il 70% di questi è stato venuto tramite Amazon. Dare la colpa a Jeff Bezos è ormai un mantra divertente. Ha effettivamente talmente tante responsabilità che a breve non sarà così assurdo incolparlo anche della pasta scotta o della ruota a terra. Ovunque si stia andando, però, l'importante è che lo si faccia rendendo omaggio al tramonto di esperienze come quelle del club di Bertelsmann, monumenti di un passato glorioso. Se oggi abbiamo ciò che abbiamo, nel mondo dei libri, lo dobbiamo anche a quei signori che un secolo fa si spremevano le meningi per trovare un metodo valido e conveniente con cui i lettori potessero avere sempre un libro sul comodino, magari a prezzo scontato.
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