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La zia, il fantino e il cuoco cinese: tre inediti di P. L. Travers

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Photo Credit: Saving Mr. Banks, 2013

Che quell’adorabile acidona di P. L. Travers si fosse rifatta all’energica prozia Ellie, al secolo Helen Morehead, per il personaggio della tata più famosa del globo, non era un segreto per nessuno, tantomeno dopo l’uscita recente del disneyano Saving Mr. Banks. È invece di ieri la notizia del Guardian per cui tre racconti inediti dell’autrice australiana verranno pubblicati il prossimo novembre, e uno di questi è la storia che ha come protagonista “Aunt Sass”, proprio quella prozia che ispirò Mary Poppins.

Il volume uscirà per la casa editrice inglese Virago, che per la prima volta renderà accessibile a un pubblico più vasto tre testi che Pamela Travers aveva composto nella prima metà degli anni Quaranta e diffuso solo in poche copie tra amici e parenti. Oltre a Aunt Sass, regalato dalla scrittrice per Natale nel 1941, si potranno gustare anche Ah Wong (1943) e Johnny Delaney (1944), tutti stampati originariamente in sole 500 copie.

Ah Wong racconta della discussione tra la narratrice e un cuoco cinese particolarmente sboccato, mentre Johnny Delaney si concentra sul battibecco con un fantino dal brutto carattere (insomma, oltre al talento per la scrittura, sembra che la nostra Pamela ne avesse altrettanto per farsi degli amici!). Tutti episodi che la voce narrante recupera dal passato, accaduti quando era ancora una bambina in Australia.

Per tornare a Aunt Sass, come già vi dicevo il personaggio principale è questa prozia che la stessa Pamela Travers descriveva come un essere straordinario, da cui era colpita soprattutto per «l’affascinante discrepanza tra il suo atteggiamento esteriore e la persona che era dentro». Per lei la prozia era come «un bulldog» (evvai con la simpatia Pam!) «il cui aspetto feroce nasconde un cuore tenero». E come sappiamo, molti di questi tratti ‒ rigida e austera, ma anche dolce e comprensiva ‒ ritornano anche nelle pagine della sua opera più conosciuta a caratterizzare la tata che arriva con il vento dall’Est.

Distinguere quanto ci sia di autobiografico in questi racconti non è facile, perché l’autrice ha sempre mantenuto grande riserbo sulla sua vita privata. Secondo Donna Coonan comunque, l’editor che li ha riscoperti e che ha scelto di ripubblicarli, gli elementi autobiografici al loro interno sono fuor di dubbio, anche se non si riesce a separare nettamente ciò che è reale da ciò che è finzione.

Appuntamento quindi all’autunno, quando anche noi potremo ricevere, anche se con circa settant’anni di ritardo, il regalo di Natale di Pamela Travers. E secondo me, se potesse dire la sua, sentenzierebbe che non ce lo meritiamo.

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