Photo Credit: Beatrice Gaspari
Premessa: si tratta di una top 5 che rievoca quel periodo ormai lontano che è l’adolescenza. Pertanto i lettori che, come me, scoprono con raccapriccio che le liceali cui fanno ripetizioni hanno n anni in meno (dove n > 10) potrebbero avere crisi di panico (nel caso, ringalluzzitevi con questo video).
Ah l’adolescenza, ah il liceo! Quando la preoccupazione maggiore era imparare cosa fosse una perifrastica passiva e ricevere un sacco di squillini sul cellulare. Quando il mondo si divideva tra chi aveva le All Star e chi no. Quando guardare Trainspotting e “Oh, domani facciamo sciopero?” ti faceva già sentire alternativo. Quando il mondo sembrava così insopportabile, e l’unico sollievo era leggere certe cose.
Ecco, questa è la top 5 di quelle certe cose, vecchi amici che più o meno tutti abbiamo frequentato, amato e condiviso.
1 ‒ Jack Frusciante è uscito dal gruppo (E. Brizzi). Ovvero, IL libro, LA storia d’amore. Ovviamente me ne parlò il ragazzo di cui ero follemente innamorata, e ovviamente non è che con lui sia mai successo niente. Potevo anche capirlo leggendo il libro, visto che Alex e Aidi si scrivono poesie, fanno i giretti in vespa, si scambiano sguardi e abbracci languidi, ma poi non quagliano granché. E però era proprio questo rapporto indefinito (amicizia con vena erotica? amore platonico ma neanche troppo?) e molto, molto tormentato che ci affascinava. In fondo, chi non avrebbe voluto un Alex così rock, ma anche così sensibile? E chi non sognava una propria Aidi dalle magliette bianche e attillate? E poi grazie al vecchio Enrico ho conosciuto un sacco di musica che tuttora sonnecchia nel mio iPod, ad esempio loro.
2 ‒ Il vecchio e il mare (E. Hemingway). Che fosse obbligatorio da leggere per le vacanze estive, che ve l’avesse passato il fratello maggiore o l’amico un po’ più furbo, comunque non posso credere che non l’abbiate letto in quel periodo. La solitudine dell’oceano, le riflessioni del vecchio Santiago, la sua vittoria sul pesce, la colossale sconfitta finale, la speranza nel futuro impersonata dal ragazzo… tutti ingredienti che mandavano in sollucchero un adolescente sognatore, solitario e a tratti depresso, ma alla fin fine sollevato che la storia non finisca poi così male.
3 ‒ Il Profeta (K. Gibran). Una manna per l’adolescente inquieto e sensibile, alla ricerca di risposte. Soffrivi come un cane perché il tipo dei tuoi sogni mai si sarebbe sognato di guardarti? Bastava aprire il libro al capitolo “Amore” ed ecco che ti si paravano davanti frasi illuminanti come «Amore non ha altro desiderio se non portare a compimento se stesso». E grazie tante! Oppure in un periodo particolarmente difficile cercavi di rispondere alla domanda “Ma io, chi sono e cosa ci faccio qui?” e per trovare un aiuto ti rivolgevi al Profeta e alla sua “Conoscenza di sé”: «Le vostre orecchie hanno sete del suono della conoscenza del vostro cuore […] Ed è bene che sia così» Sì, ok, ma quindi? Cosa devo fare? «E non indagate le profondità della vostra conoscenza con asta graduata o scandaglio». Insomma, un sacco di belle frasi di cui non capivamo moltissimo, ma che copiavamo diligentemente nei diari per fare colpo sugli amici.
4 ‒ Il gabbiano Jonathan Livingston (R. Bach). Anche in questo caso gli elementi per diventare un cult adolescenziale non mancano: Jonathan è uno diverso, incompreso. Nonostante i suoi tentativi di fare parte dello stormo, viene allontanato perché non è come gli altri. Lui non si accontenta di sopravvivere come tutti i suoi compagni che volano solo per cercare cibo, no, lui mira a raggiungere la perfezione nel volo. E così ci consolavamo quando nessuno ci capiva: eravamo diversi, ma ci attendeva un destino ben più luminoso di quello degli altri. Ha!
5 ‒ Il giovane Holden (J.D. Salinger). A sorpresa, questo non l’ho mai letto! Ormai me lo riservo per dare un po’ di brio alle giornate quando avrò passato i 60 e non avrò ancora incrociato nessun destino luminoso (vedi sopra).
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