
Gli accostamenti libri ricette che facciamo in questa rubrica sono, ovviamente, arbitrari. Come abbinare due esperienze così diverse?
Potremmo ricorrere all’origine geografica, o alla storia e all’età del piatto: I promessi sposi di Alessandro Manzoni potrebbero avvicinarsi alla cassoeula, entrambi lombardi, entrambi piuttosto complicati da digerire. Oppure, per la vicinanza degli argomenti trattati: la piovra in insalata e le Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne.
Nel caso della ricetta e del libro di cui vi parlerò questa volta, il collegamento consiste solo nella sensazione che entrambi hanno provocato nel sottoscritto, quella di un mistero, di un indovinello da risolvere.
Il libro è Enigma (Mondadori, 1995), di Robert Harris, già autore di quella perla che è Fatherland. Enigma parla di un’indagine sulla scomparsa di una donna e di una corsa contro il tempo per decifrare un misterioso codice chiamato “Squalo”, usato dal comando militare nazista per comunicare con gli U-boot. Ma parla anche, o forse soprattutto, di Bletchley Park e degli uomini che vi hanno vissuto durante gli anni della seconda guerra mondiale. Uomini che passavano il tempo lavorando sulle intercettazioni dei messaggi nemici, cercando di decrittarli e di sconfiggere Enigma, la macchina usata dai nazisti per le comunicazioni cifrate, in grado di sviluppare un numero mostruoso di combinazioni.
La trama inizia con il richiamo al servizio effettivo di Tom Jericho, l’analista che ha decrittato Squalo e che, a causa dello stress provocato da quel lavoro e da una delusione d’amore, è stato mandato a riprendersi da un esaurimento nervoso. I tedeschi hanno cambiato il codice e c’è bisogno del contributo del giovane matematico. Tornato a Bletchley, Tom cerca di riavvicinare la sua ex, Claire, ma scopre che è scomparsa. Le difficoltà di decifrare i messaggi prima che gli U-boot nazisti possano assalire e distruggere tre enormi convogli provenienti dagli Stati Uniti, si mischiano con i misteri della sparizione della sua ex. Il succedersi degli avvenimenti conduce il protagonista, e noi lettori, in una trama avvincente, dove, grazie all’abilità di Robert Harris, ogni volta che ci sembra di aver fatto un passo in avanti verso la soluzione, ci ritroviamo un po’ più lontani dalla verità.
Che piatto abbinare a questo romanzo? La mia risposta è stata: gli gnocchi all’ossolana.
Piatto tipico della Val d’Ossola, rappresenta per me un enigma. Possono i suoi ingredienti, così distanti tra loro, fondersi con armonia? Può un piatto all’apparenza così semplice come uno gnocco, contenere al suo interno una tale varietà di gusti e di consistenze? Le domande trovano nel palato la loro soluzione: gli ingredienti si sposano a meraviglia e il piatto ha una profondità di sapori notevole. Come il romanzo passa da una trama all’altra, utilizzando tecniche interessanti come quella di una narrazione della vicenda principale fatta usando il tempo passato e i flashback dei ricordi raccontati con il tempo presente, così la ricetta regala alla bocca il gusto della zucca e quello della farina di castagne, stemperati dalla patata e esaltati dal condimento a base di formaggio fuso e di funghi.
Come prepararla? Facile (o almeno è facile spiegarvelo).
Gli ingredienti sono: 150 g di farina di castagne; 150 g di farina di grano; 500 g di patate; 400 g circa di zucca ben matura; 2 tuorli; poco pangrattato; noce moscata; sale e pepe; 100 g di funghi champignon, 50 g burro, bitto.
Avvolgete gli spicchi di zucca precedentemente privati dei semi e dei filamenti, in un foglio di carta forno e avvolgete il tutto con l’alluminio. Poi mettere la zucca in forno a 180° e lasciatela cuocere per almeno 45 minuti (dipende dalla zucca, se è tagliata a spicchi spessi anche un po’ di più). Nel frattempo lessate le patate. Quando tutto sarà cotto, sbucciate la zucca e tagliatela a tocchetti, poi passate entrambi gli ingredienti nello schiacciapatate. Prima di pressare la zucca però premete delicatamente lo schiacciapatate, facendo uscire e eliminando la maggior parte dell’acqua presente nell’ortaggio in modo da ottenere una purea più compatta.
Setacciate le due farine mettetele in una ciotola grande e aggiungete la zucca, le patate, i tuorli, una grattata di noce moscata, una macinata di pepe e un pizzico di sale. Impastate il tutto, e se il composto si attacca troppo, unite uno o due cucchiai di pangrattato.
Successivamente comportatevi come fareste con la normale pasta degli gnocchi, formate un rotolino e tagliatelo in pezzetti di circa 1,5/2 cm. Cuoceteli in una pentola d’acqua salate e tirateli fuori man mano che emergono.
Nel frattempo avrete tagliato i funghi a fettine sottili, facendoli trifolare con il prezzemolo e l’aglio. Quando sono pronti aggiungete la panna e copriteli con una buona spolverata di Bitto.
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