
Vi ricordate quello spot italiano dell’iPhone di alcuni anni fa che mostrava una serie di problematiche quotidiane, per ognuna delle quali la soluzione era una app? Lo slogan era “C’è un’applicazione praticamente per tutto“. Ricordo che lo trovavo molto irritante, ma in realtà anticipava una realtà che oggi viviamo tutti i giorni. Ebbene sì, c’è un’applicazione praticamente per tutto, da pochi giorni anche per scrivere come Hemingway.
Ma come, vi starete dicendo; un conto è raddrizzare una mensola o chiamare un taxi, ma qui si parla di arte, si parla di scrivere come uno dei grandi maestri di stile del Novecento! Ebbene sì, nonostante Faulkner gli rimproverasse di non aver mai usato una parola che inducesse il lettore a cercarla sul vocabolario (come ci ricorda Giulio Passerini in Nemici di penna, uscito da poco per Editrice Bibliografica nella collana "I libri di Wuz",) lo stile di Hemingway è leggendario. E scommetto che in molti avranno la tentazione di testare questa app, magari con una certa diffidenza, giusto per vedere come funziona.
Vediamola quindi più da vicino. Si tratta di una web app dal nome HemingwayApp che fornisce una serie di consigli virtuali provenienti dal maestro dell’essenzialità. Sappiamo che Hemingway prediligeva uno stile asciutto ed era chirurgico nella scelta delle parole; non stupisce dunque che la app segnali in giallo le frasi troppo lunghe e in rosso quelle troppo complesse, nelle quali il lettore rischia di perdersi. E ancora, gli avverbi vengono evidenziati in blu, un invito ad eliminarli, i passivi in verde, mentre il viola è utilizzato per quelle parole che possono essere sostituite da un termine più breve o più semplice.
La app, disponibile ovviamente solo in inglese, si può testare online, scrivendo un testo direttamente nell’editor o incollando un brano già scritto. In risposta il sito fornisce anche un livello di leggibilità e un voto da 0 a 10.
Un giornalista del San Francisco Chronicle si è divertito a testarla inserendo questa frase dello stesso Hemingway tratta da Per chi suon la campana.
Then there was the smell of heather crushed and the roughness of the bent stalks under her head and the sun bright on her closed eyes and all his life he would remember the curve of her throat with her head pushed back into the heather roots and her lips that moved smally and by themselves and the fluttering of the lashes on the eyes tight closed against the sun and against everything, and for her everything was red, orange, gold-red from the sun on the closed eyes, and it all was that color, all of it, the filling, the possessing, the having, all of that color, all in a blindness of that color.
La app ha valutato la frase come troppo lunga, ha indicato un avverbio di troppo (smally) e due espressioni ambigue ("all of"). È lo stesso sito, del resto, a riconoscere i suoi limiti, ricordando a chiunque abbia voglia di cimentarsi in questo test che i risultati sono solo indicazioni, non vere e proprie regole.
Pare scontato affermare che non ci sono regole nella scrittura creativa, ma questo non è certo il primo software che promette di aiutare gli aspiranti scrittori; sono tanti gli strumenti che aiutano gli autori a concentrarsi, evitando distrazioni online, a organizzare il proprio flusso di lavoro, a superare il blocco dello scrittore. E alcuni mesi fa vi abbiamo raccontato addirittura di una ricerca scientifica che prometteva di aver messo a punto un algoritmo per il romanzo di successo. Segno che ci sono migliaia di aspiranti scrittori là fuori in cerca di un aiutino.
Probabilmente stagliuzzare di qua e di là non farà di voi un futuro premio Nobel, ma se lo volete prenderlo come un esercizio di scrittura, potrebbe anche essere divertente. Io qualche perplessità ce l’ho, dopo aver copiato e incollato il testo della canzone Supercalifragilisticexpialidocious ed aver ottenuto come unica correzione l’uso dell’avverbio carefully. Forse Mary Poppins si sarebbe fatta rispettare anche da Ernest!
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