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Ricordare le persone che abbiamo amato attraverso i libri

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PeanutsOK

Le persone che abbiamo amato e che non ci sono più continuano a vivere nella nostra memoria in moltissimi modi: sono stati nonni, padri, madri, amici, insegnanti. Abbiamo ricordi di loro che sono legati al lavoro che facevano, ad un posto che abbiamo visitato o vissuto insieme, a una loro passione, a un singolo episodio. Spesso a tutte queste cose insieme.  Ma queste persone, oltre a tutto questo, sono state in molti casi dei lettori; lo so, è una cosa banale, ma non sempre fa parte dei tasselli che compongono il nostro ricordo di una persona, forse perché non c’è mai venuto in mente di andare a guardare qual è l’ultimo libro che hanno avuto sul comodino o di passare qualche ora nella loro libreria. 

Ricordarsi che erano dei lettori; questo il titolo di un articolo scritto sull’Huffington Post da una giornalista di Book Riot, che ha raccontato un’esperienza molto personale. Tornata nella casa della sua famiglia dopo alcuni mesi dalla morte del padre, ha trovato un libro che aveva regalato a suo nonno molti anni prima, quando era una bambina di undici anni. Aprendolo ha notato una serie di date scritte a mano dal nonno tra le pagine, corrispondenti a tutte le volte in cui l’aveva letto; la prima appena ricevuto il libro, più di vent’anni fa, l’ultima poche settimane prima di andarsene. Più tardi, la stessa sera, seduta nello studio di suo padre, ha guardato la sua libreria con occhi più attenti; negli scaffali centrali teneva i suoi libri preferiti, tra i quali tutta l’opera dello scrittore Louis L'Amour, un autore di successo negli Stati Uniti, noto soprattutto per la narrativa di genere western; più nascosta una copia dell’Odissea, libro regalato al padre da una ragazza incontrata in Grecia negli anni ’70, al quale l’autrice dell’articolo deve il suo nome (Cassandra); e ancora, il Libro della Giungla, regalato al padre in occasione del suo quarantunesimo compleanno, per farlo sentire bambino. Altri ricordi erano legati al padre che leggeva un libro dall’inizio alla fine sdraiato su un divano, modalità di lettura che è diventata quella ideale anche per la figlia. Quel viaggio è stato un’occasione per l’autrice dell’articolo di riavvicinarsi al padre e al nonno e ricordare che anche loro erano stati dei lettori; tornata a casa ha fatto spazio nei suoi scaffali per alcuni dei loro libri.

Non è la prima volta che ci soffermiamo sull’importanza dell’eredità letteraria; ci siamo chiesti quale libro lasceremmo ai nostri figli se ne potessimo scegliere solo uno o dove vorremmo che finissero i nostri amati volumi dopo la nostra morte. Che sia la trasmissione di un libro cartaceo, di un file, della passione per la lettura o anche solo di un modo di leggere, è ovvio che per chi ama i libri come noi questa sia una delle eredità più belle da ricevere e da dare

Per quanto mi riguarda, questo pezzo mi ha fatto subito pensare ad una persona che consideravo come una nonna, alla quale sono legata da tanti ricordi di infanzia e da due libri. Fu lei a prestarmi Il tamburo di latta di Günter Grass, che è tuttora uno dei miei libri preferiti di sempre. E fu sempre lei a farmi conoscere i Peanuts (in lingua originale perché era Prof. di inglese all’Università di Bologna). Ancora oggi non posso vedere una striscia di Charlie Brown & Co. senza che il mio pensiero vada a lei. Non voglio essere indiscreta, ma se c’è qualche eredità letteraria che vi va di condividere qui o un ricordo di lettura che vi legherà per sempre a una persona, sarò molto felice di leggerla.

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