
Dodici su trentasei di tutto il viso, divisi in sei coppie: i due levator anguli oris, che sollevano i lati della bocca, i levator labii superioris, che sollevano il labbro superiore, gli orbicularis oculi, i quali agiscono sull’orbita oculare, i risorius, che portano indietro le labbra, gli zygomaticus major e gli zygomaticus minor, che sollevano gli zigomi; sono questi i muscoli che entrano in gioco quando sorridiamo. Un'azione apparentemente semplice dal punto di vista anatomico, forse più semplice a rendersi per il nostro sistema maxillo-facciale che non per chi ci porta a farla. E, difatti, Favole periodiche è oggi dedicata proprio a una persona che, per mestiere, di risate ce ne ha fatte fare tante, e ancora continua a farlo.
I miei lettori non se la prenderanno a male se per stavolta non parlerò di formule matematiche o esperimenti fantascientifici. Data l'atmosfera natalizia ho deciso per l'appunto di condividere con voi uno dei miei (libri) regali: si tratta di Tutto sommato, qualcosa mi ricordo di Gigi Proietti.
Nato a Roma il 2 Novembre del 1940, Luigi Proietti è stato uno dei principali protagonisti della scena teatrale italiana, con un'attività artistica che fra musica, recitazione, regia e doppiaggio dura da cinquant'anni. Una carriera veramente ricchissima, iniziata al cinema nel 1955 con Il nostro campione sotto la regia di Vittorio Duse e a teatro nel 1963 con lo spettacolo Can can degli italiani diretto da Giancarlo Cobelli e che ad oggi vanta pure il doppiaggio di Ian McKellen e del personaggio Gandalf nella trilogia fantasy de Lo Hobbit.
Kaleidoscopico attore dalle molteplici virtù, Proietti ha inanellato enormi successi, come quando nel 2002 eseguì la regia del Don Giovanni di Mozart in piazza del Popolo a Roma e, per l'occasione, accorsero più di centomila persone. Ma in questa enorme carriera Proietti è stato anche un grande insegnante, dirigendo per anni un laboratorio di teatro in collaborazione col comune di Roma, dal quale sono usciti altri bravi attori come Flavio Insinna ed Enrico Brignano.
Gigi Proietti rappresenta, a mio modestissimo pararere, una delle ultime colonne portanti del teatro italiano, una realtà artistica dove, come dice lui, non c'è differenza fra "alto e basso" ma fra "buono e meno buono", dove la ricerca di un sorriso nello spettatore va perseguita in tutti i modi possibili, che si tratti di recitare lo spot pubblicitario del whisky maschio senza rischio in Febbre da cavallo o di portare in scena l'Edipo re di Sofocle insieme a Vittorio Gassman.
Un po' per il tentativo di recensire un libro di argomento a me "meno consono", un po' per l'enorme stima che provo per colui che più è riuscito a farmi ridere mi fermo qui, lasciando a voi giudicare il neo-scrittore Proietti e, per finire, augurandovi un buon anno pieno di sorrisi!
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