
Photo Credit: Graham Barclay
Per il suo quarantesimo compleanno, Alan Moore si autoproclamò mago. Nulla da eccepire, in effetti, se si guarda a quello che è riuscito a combinare nella sua vita. Restare fedele all’impulso di quella dichiarazione, nata in un momento di pura e totale sbornia da festeggiamenti, si è rivelata, più che una costrizione, una fortuna per lui e tutti i suoi lettori.
È il 1961 quando Alan inizia a leggere fumetti. Nel frattempo, si imbarca nei lavori più disparati: tosatore di pecore, portiere, addetto alle pulizie, magazziniere, rockstar. Insomma, dura la strada per diventare uno degli autori di comics più visionari mai esistiti. A questa aggiungete la faccia tosta di voler sfidare l’inarrivabile mondo dei supereroi per riportarlo con i piedi a terra e il gioco è fatto. Il suo Watchmen è stato il primo romanzo a fumetti a vincere il premio letterario Hugo. Una rivoluzione del genere: i supereroi sono uomini come noi, con i loro difetti e le loro nevrosi, con un passato tutto da scoprire e con cui fare i conti. Sono loro a scegliere consapevolmente di salvare il mondo indossando i panni di giustizieri mascherati. Il resto è storia vivamente consigliata, in quello che il Time ha definito come uno dei migliori romanzi in lingua inglese del ventesimo secolo.
A chi invece è ignoto il genio di Alan Moore, basterà guardarsi intorno, lanciare un occhio sul mondo o riportare alla mente gli eventi che hanno caratterizzato le forme di protesta degli ultimi anni. Gruppi come Anonymous, Occupy e Indignados gli devono tutto o quasi. La maschera di Guy Fawkes, oggi più icona pop che simbolo di libertà, si ispira a V per Vendetta, la graphic novel nata dalla sua mente e dalla matita del fumettista David Lloyd. E pensare che quando i due autori cercarono di procurarsene una non ne producevano più. Anno 1981, l’inizio del decennio di Margaret Thatcher. Era come se avessero deciso di far sparire per sempre l’immagine di Guy Fawkes dalla circolazione. I posteri, più tardi, avrebbero dato ragione ad Alan Moore. Lo spettro di una società totalitaria e invasiva si è insinuato sempre più nel nostro mondo e alcune delle visioni descritte in V per Vendetta si sono effettivamente realizzate. I sistemi di sorveglianza piantati a ogni angolo di strada ne sono un esempio.
Cos’altro avrà in mente il vecchio Alan per i suoi 60 anni? Non stiamo più nella pelle, ormai abituati alla sua imprevedibilità. Anche se in una recente intervista ha dichiarato «Non ho alcun piano a lungo termine, spero di aver terminato Jerusalem e The Book of Magic, i libri a cui sto lavorando», noi speriamo ancora in un colpo spiazzante. D’altronde, anche l’uscita di vent’anni fa non era in programma. Nel frattempo, gli appassionati possono festeggiare al meglio sfogliando Black Dossier, il vademecum alla lettura della Lega degli Straordinari Gentlemen, che Moore ha scritto e disegnato insieme a Kevin O’Neill e pubblicato per la prima volta in Italia da BAO Publishing.
Dal canto nostro, proveremo a mandargli i nostri auguri, sperando che non sia troppo occupato per rispondere al telefono di casa sua, a Northampton. Di Internet e messaggi sul cellulare, si sa, neanche a parlarne. Ci piace condividere quello che si aspetta per se stesso:
«Continuerò a fare ciò che faccio adesso, cioè esattamente ciò che voglio. Mi auguro di continuare ad allontanarmi dalla cultura contemporanea. Ancora più di quanto sia riuscito a fare finora».
Ogni volta che l’ha fatto, le sue visioni sono diventate capolavori. E allora buon compleanno, straordinario gentleman.
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