
Pensate al mezzo di trasporto più strano che potreste usare per un viaggio. Un mezzo di trasporto che vi permetta di viaggiare lentamente, di osservare il paesaggio che vi sta intorno e che attiri l'attenzione degli abitanti dei luoghi che andate a visitare. Qualcosa che faccia della lentezza la sua qualità migliore. Cosa vi viene in mente?
Alcuni sostengono che si raggiunga la velocità corretta per un viaggio solamente andando a piedi: quello è il nostro ritmo naturale, lascia il tempo di guardarsi intorno e di toccare i luoghi che si stanno attraversando. Ma anche camminando, per noia o per stanchezza, possiamo aumentare il passo per cercare di arrivare il prima possibile alla nostra meta successiva.
Sembra paradossale pensare ad un mezzo di trasporto che vieti di guadagnare tempo e chilometri. Aggiungetegli una proverbiale testardaggine e potrete farvi un'idea di cosa voglia dire viaggiare con… Un asino!
Sembra un'idea da matti (e sicuramente lo è), ma c'è qualcuno che ha deciso di sperimentare sul serio un viaggio del genere. Andrea Bocconi e Claudio Visentin, con i loro due figli, sono partiti con un asino per attraversare un pezzo di Abruzzo che con l'autostrada lì vicino avrebbero potuto percorrere in mezz'ora.
Se pensiamo a quale viaggio o trekking particolare possiamo fare in una settimana sicuramente la nostra mente vola verso qualche territorio esotico e più o meno sconosciuto. Quello che ci insegna In viaggio con l'asino è che quello che sembra uno spreco di tempo può rivelarsi l'opposto e può insegnarci a riprendere il nostro spazio perché, viaggiando lentamente, lo spazio piccolo e il poco tempo si dilatano e si lasciano sentire con più calma e più in profondità: saremo costretti a vivere ogni singolo passo, ogni singola curva del sentiero che percorriamo. Per fare un'esperienza di viaggio radicalmente diversa non serve andare lontano: se si scelgono un mezzo di trasporto e un sentiero adeguati, anche quanto siamo abituati a dare per scontato ci mostrerà qualcosa di nuovo. Incontri inaspettati, persone come uscite da un altro tempo che fanno crescere la voglia di riportare alla luce e far conoscere a tutti paesaggi autentici, al di fuori di etichette turistiche o economiche artificiali.
Il cartello appeso al collo dell'asino sulla copertina del libro, "slow travel", diventa un invito e una sfida a tutto questo.
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