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Antonio Ghislanzoni – Aida

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La settimana scorsa, esattamente una settimana fa in effetti, ero con alcuni amici di twitter (sì, esistono anche gli amici di twitter, siamo nel 2013) gentilmente invitato all'Arena e dall'Arena di Verona per godere delle celebrazioni del centenario e cuccarmi le quattro ore dell'Aida, messe in scena da La Fura dels Bauls, una compagnia teatrale spagnola che ha messo in piedi un gran spettacolo, in un gran contesto e a un certo punto ha pure allagato il palco. Quella sera abbiamo twittato tutti un sacco, qualcosa si trova seguendo l'hashtag #arenadiverona100, e tutti hanno scritto qualcosa di quella giornata, secondo i loro stili e le loro capacità. Le nostre capacità, qui a Finzioni, si riassumono essenzialmente nel parlare di libri e, intanto che ci siamo, farci pure due risate. Oggi parliamo dunque di Antonio Ghislanzoni, uno che a 73 anni si è messo lì e ha scritto il libretto dell'Aida, per il Maestrissimo Giuseppe Verdi.

ghislanzoni Antonio Ghislanzoni   AidaGhislanzoni era uno scapigliato milanese, aveva scritto già un po' di cose, tra cui romanzi, racconti e poesie, ma più di tutto gli piaceva scrivere libretti per l'opera. Con Verdi, se possibile. E l'Aida è una delle sue prove migliori. 

Mentre guardavo l'opera e leggevo il libretto – in realtà non l'ho letto moltissimo perché era un po' buio e poi lo spettacolo della Fura era difficile da ignorare – la pensavo come un gigantesco reading. Il modo migliore per fare una presentazione di un libro senza essere noiosi, e tutti sappiamo quant'è difficile. Senza un critico trombone che ne fa l'esegesi, o l'autore stesso che racconta quanto c'è di autobiografico nelle righe che ha faticosamente vergato. Nessun pubblico sbadigliante che, al momento delle temutissime domande allo scrittore, si nasconde dietro il vicino come se fosse l'interrogazione di matematica. No, la messa in scena del libretto di Ghislanzoni, nelle varie versioni dal 1913 a oggi, è la soluzione a tutti i problemi dei moderatori, degli intervistatori e dei critici letterari, obbligati sempre a inventarsi nuove idee per portare un libro, e il suo autore, in giro per l'Italia e, in alcuni casi, per il mondo.

Poi, come succede a volte, ci siamo fatti un po' prendere la mano, Verdi era effettivamente un genio come pochi altri, la musica era talmente bella, le coerografie perfette e le intonazioni potenti e precise che, per un attimo, tutti ci siamo dimenticati del libretto, e del suo autore. E la presentazione è assurta a spettacolo, e il libro a premessa. Va bene così, perché ho assistito a uno dei reading più divertenti della mia vita.

Ma quest'Aida, poi, di cosa parla? Non vogliamo certo rovinarvi la sorpresa anche se, come in ogni drammone che si rispetti, finisce maluccio. E finché non troveremo il modo di portare la presentaz… ehm, scusate, l'opera in Feltrinelli o alla libreria Centofiori a Milano, c'è sempre l'Arena che, davvero, è uno spettacolo. 

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