
Ignoranze da "Oscar della letteratura".
L'ultimo articolo de La nuova ignoranza mi ha dato modo di riflettere un bel po'. Il Nobel per la letteratura a Google non è facile da mandar giù, infatti ci sono state delle interessanti discussioni con altri lettori. E proprio uno di loro si è chiesto: «Ma se Google sì, perché il progetto Gutenberg no?»
Già, perché no? Così oggi parliamo proprio del Gutenberg Project e di una lodevole iniziativa ad esso correlata. Più di 100.000 persone in tutto il mondo hanno contribuito a correggere i testi di 25.000 libri presenti gratuitamente all'interno di questo giga database.
Si sa che l'occhio meccanico dello scanner non è preciso come quello umano, e quindi può commettere un sacco di errori. Per questo c'è da essere grati a questi volontari, perché hanno dedicato il loro tempo a prendersi cura di un bene comune come la letteratura.
Questa (come la faccenda di Google, secondo me) è la testimonianza dei tempi che cambiano e della “letteratura” che cambia (“letteratura” con gli empi diacritici, e in questo senso allargo ancor di più l'accezione già di per sé allargata da Frasca in La lettera che muore, la “letteratura” nel reticolo mediale).
Per fare la letteratura non basta più essere uno scrittore e avere una penna, un pezzo di carta e un'idea. C'è un'altra letteratura, ed è una cosa bellissima che andrebbe premiata.
Allora Adele propone le medaglie al valore per progetti tanto meritori. Anzi, facciamo addirittura gli "Oscar della letteratura", con un premio apposta per iniziative stile Gutenberg!
Ci sono tante altre belle testimonianze, come quella di Peter Schweitzer, newyorkese di origini ebraiche che durante una gitarella in Germania ha scoperto un libro che apparteneva a suo nonno, e per scoprirlo ha scoperto un database online creato per restituire ai discendenti delle vittime dell'Olocausto i libri dei loro cari.
Per Schweitzer quel libro non è importante come libro in sé, ma come oggetto che lo ricollega al nonno, nel senso che racconta una storia senza la necessità di essere letto (d'altronde non sarebbe neppure in grado di leggerlo, essendo scritto in una lingua a lui sconosciuta). E le storie creano legami. Che cosa meravigliosa e commovente.
E poi c'è ancora il caso di The Silent History, il grande libro collettivo e “smartphone-oriented” ideato da Eli Horowitz.
La medaglia al valore in questo caso a chi verrebbe consegnata? A Horowitz o a tutti coloro che hanno contribuito? E nel caso della SIC? Se In territorio nemico vincesse un premio, lo vincerebbero solo Santoni e Magini o tutti i 115 autori?
E quanta bellissima nuova ignoranza c'è in queste domande?
Io trovo che questi siano tutti progetti da Oscar della “letteratura”. Prendetemi per un pazzo, ma a me queste cose mi rendono felice.
E se anche voi siete felici, beccatevi pure il podcast, tiè!
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