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Dialoghi con Leucò

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Dialoghi con Leucò

Bentornati a Guida al finzionato, la rubrica che dà i voti ai personaggi dei libri. Questa settimana tocca ai Dialoghi con Leucò, la squadra allenata da Cesare Pavese. In realtà questo match si sta disputando già da una settimana e continuerà a giocarsi, su altri schermi, fino al 4 aprile. Infatti la Fondazione Cesare Pavese, dopo la "riscrittura" attraverso twitter de La luna e i falò, ripropone, con regole un po' diverse, I dialoghi con Leucò ai tempi della twitteratura. Noi qui intanto si dà i voti ad alcuni protagonisti dei Dialoghi.

Tiresia, voto: 8. Il mister lo schiera dal primo minuto, non c'è azione della partita in cui manchi il cieco indovino Tiresia. Qui in uno scambio di palla con Edipo. Può sembrare buffo, ma la sua visione di gioco è la migliore della squadra, gli occhi dell'intelletto vedono cose altre e più alte. Illuminante.

Patroclo, voto: s.v.. Purtroppo s'infortuna nel riscaldamento. Molti giurano di averlo visto fare numeri fuori dalla sua portata a muscoli ancora freddi. Il cugino e compagno Achille ha pure provato a fargli abbassare la cresta, ma lui niente, a incaponirsi che è il vero numero 10 della squadra. Achille scuote la testa.

Edipo, voto: 6,5. Dicevamo di Edipo a colloquio con Tiresia. Dinanzi alla sfinge, la salta con una veronica e segna con un gran destro. Mentre esulta sotto gli spalti appare uno striscione: "EDIPO UCCISO HAI TUO PADRE. SPOSATA HAI TUA MADRE". Non interrompe il match come Boateng, ma con tutta calma si cava gli occhi e se ne va a morire fuori dallo stadio. Scelte.

Licaone, voto: 4. Signore d'Arcadia, per la sua inumanità, venne mutato in lupo da Zeus. È il vecchio della squadra e per sua sfortuna incontra come avversari due giovani cacciatori che, pur riconoscendo negli occhi del lupo l'uomo che fu, non gli riservano alcuna pietà. Performance da dimenticare.

Circe, voto: 7. Non è soltanto la maga crudele che trasforma gli uomini in animali, di ciò Omero non ha tenuto quel conto che si vorrebbe, ma è anche l’amante dolce e comprensiva della sventura di Odisseo e, con la sua attenzione e i suoi consigli, aiuta l'eroe greco a ritornare ad Itaca da sua moglie. Conosce fin troppo bene il destino che attende gli uomini, ma si lascia affabulare dal ricordo e trova, nelle parole che consegna a Leucò, una dolcezza e una tenerezza che molto si discostano dalla Circe conosciuta ai più. Maga più che strega.

Mister Pavese, voto: 10. «Cesare Pavese, che molti si ostinano a considerare un testardo narratore realista, specializzato in campagne e periferie americano-piemontesi, ci scopre in questi Dialoghi un nuovo aspetto del suo temperamento. Non c'è scrittore autentico, il quale non abbia i suoi quarti di luna, il suo capriccio, la musa nascosta, che a un tratto lo inducono a farsi eremita. Pavese si è ricordato di quand'era a scuola e di quel che leggeva: si è ricordato dei libri che legge ogni giorno, degli unici libri che legge. Ha smesso per un momento di credere che il suo totem e tabù, i suoi selvaggi, gli spiriti della vegetazione, l'assassinio rituale, la sfera mitica e il culto dei morti, fossero inutili bizzarrie e ha voluto cercare in esse il segreto di qualcosa che tutti ricordano, tutti ammirano un po' straccamente e ci sbadigliano un sorriso. E ne sono nati questi Dialoghi»*.

In attesa del posticipo vi diamo appuntamento alla prossima settimana, sempre qui, con le pagelle di Guida al Finzionato.

* Dalla presentazione, dello stesso Pavese, alla prima edizione dei Dialoghi con Leucò

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