
(photocredit: facebook)
Da piccolo avevo una vera e propria ossessione per The Mask: lo guardavo in continuazione, uno o due volte al giorno. Poi venne l'epoca di Ace Ventura, in particolare di Ace Ventura – Missione Africa, di cui avevo imparato a memoria tutte le battute per fare a gara con mia sorella a chi ne sapeva di più (il risultato era che guardavamo il film cercando di anticipare tutto ciò che i personaggi avrebbero detto, riducendoci a coprire ogni scena con le nostre voci di bambini sovraeccitati). Questa sciocca premessa serve a dire che io amo Jim Carrey e che, se possibile, ora posso amarlo ancora di più.
La notizia è la seguente: Carrey ha deciso di pubblicare un libro per bambini. Come dichiara lui stesso, il libro dovrebbe intitolarsi How Roland Rolls e parla di un'onda di nome Roland che ha paura perché sa che un giorno la sua vita finirà, visto che dovrà infrangersi sulla spiaggia, ma poi capisce che lui non è solo un'onda ma tutto il grande oceano. L'autore lo definisce un libro "metafisico", ma in realtà la notizia non è Jim Carrey che pubblica un libro, né che pubblichi un libro per bambini. La cosa interessante è che ha deciso di auto-pubblicarsi. Di certo nel suo caso nessuno potrà pensare, come in molti pensano per gli autori indie, che sia uno sfigato rifiutato dagli editori e dunque costretto a doversi pubblicare da solo. A prescindere dalla storia – e di per sé l'idea di un'onda e dei suoi dubbi esistenziali non è per niente male -, un editore avrebbe pubblicato qualsiasi cosa col nome di Jim Carrey in copertina. Come sapete, molti personaggi noti estranei al mondo dei libri ricevono spesso delle opere su committenza dagli editori: si pensi ai politici, ai calciatori, ai giornalisti, ai comici, agli attori, ai musicisti. La cosa curiosa è che nella maggior parte dei casi il committente non ha molte pretese, poiché basta il nome per fare un po' cassa, perciò al vip di turno viene inviato il contratto direttamente impacchettato con un ghostwriter. Qualche volta, però, il politico o l'attore o il cantante di turno si credono davvero degli scrittori e tirano fuori il romanzo nel cassetto, lieti di reiventarsi in copertina rigida a diciotto-venti euro.
Scegliendo la via del self-publishing, però, un volto noto come Jim Carrey punta tutto su di sé, dribblando l'editore. I vantaggi di questa sua scelta sono gli stessi di un qualsiasi autore auto-pubblicato, in primis il guadagno, che in questo caso si può dire quasi assicurato. Il messaggio, però, è rivolto principalmente agli editori arraffa-vip, come a dire: Abbiamo capito il gioco, ci piace, e ora possiamo fare a meno di voi, visto che ci conviene. Per il lettore cambia qualcosa? Mah, sì se Jim Carrey e simili fossero astuti e decidessero di vendere i propri libri a prezzi non elevati (il numero di quelli che devono dividersi la torta è ridotto e, tra l'altro, si presume che – salvo casi particolari – i guadagni di queste pubblicazioni non debbano cambiare nessuna vita). Chi altro ci guadagna? Tutti gli autori indie, perché attraverso la spinta dei nomi famosi il self-publishing stesso potrebbe essere visto con meno diffidenza dai lettori. Infatti, se Jim Carrey si auto-pubblica e viene fuori che il suo libro non è neanche tanto male, vai a vedere che anche qualcun altro di quelli che si sono pubblicati da soli non sia proprio una schifezza.
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