Lunedì 7 maggio: Zerocalcare torna in libreria con Macerie prime sei mesi dopo, data che accompagna anche il primo instore promozionale, un’occasione per chi vuole farsi dedicare e/o sketchare la sua ultima fatica fumettistica (e non solo) alla Feltrinelli in via Appia Nuova.
Il tomo non è altro che l’ambiziosa prosecuzione del primo capitolo uscito nell’autunno del 2017.
Un progetto che vede i comprimari, apparsi nelle primissime storie, ora alle prese con lavori precari e con le speranze sfumate in un contratto da sei cento euro nemmeno.
Secco, Giulia Cometti, Sara, Deprecabile e Cinghiale sono uniti sotto lo stesso tetto di questa storia corale che non si vedeva dai tempi di Dimentica il mio nome: titolo finito in dozzina al Premio Strega 2015.
Quale titolo sceglieresti tra questi per l’intervista:
A) Storia di macerie e della colonna infame
B) Le vite tra le macerie di Michele
C) La vita non è un librogame
Per affetto verso i Colonna Infame direi la prima, ma probabilmente la C è quella che mi rispecchia di più.
Alla presentazione in via Appia Nuova dello scorso anno (in occasione della Artist Edition de La Profezia dell’armadillo, ndr) ero il tizio che ti ha chiesto di ritrarti sul Monte Giove Anxur stile Monte Rushmore.
Sì, mi ricordo (ride).
DOMANDE TRA LE MACERIE
Quando hai imparato a riconoscere le “cose feroci”, come peraltro segna un personaggio nella prima sequenza in Macerie prime? E quali sono state?
La mancanza di empatia su tutte, a ricasco di quella cosa (probabilmente) delle forme di egoismo che anche io ho avuto; il fatto di cercare di salvare sé stessi in una sitazione di crisi e di difficoltà che ti priva di empatia, che oltre a te ci sta comunque qualcun altro da tutelare anziché passargli sopra. Questa più di tutti.
Nel primo libro Cinghiale convolerà a breve a nozze con la sua compagna. Tra gli invitati sono presenti gli amici di sempre, ma non riesci a intessere conversazioni poiché non sei stato presente nelle loro vite negli ultimi anni. Questo ti verrà rinfacciato più e più volte.
Come l’hai subìta questa loro reazione?
Questa è una cosa che vivo sempre abbastanza male, ovvio che io stia facendo una vita sempre fuori da Roma, e quando sto a Roma rimango tombato dentro casa a lavorare, mi son perso di conseguenza un sacco di pezzi di vita degli amici della mia comunità. Ha fatto male alla mia vita e mi ha fatto sentire in colpa per tutti litigi che ne sono scaturiti (a volte); un sentimento rappresentato appunto nel libro.
Negli ultimi anni, in realtà negli ultimi mesi, ho cercato di imparare a gestire il lavoro e di riuscire ad avere il controllo della vita, tutto sommato anche grazie al primo libro di Macerie. Gli amici miei hanno capito che dietro le mie difficoltà non c’erano cattiveria ed egoismo, ma era per tenere tutto in equilibrio.
Conta che i miei amici fanno tutti parte della stessa comunità che ha vissuto le esperienze del G8 e anche della questione curda, tant’è che siamo partiti insieme. Quella del G8 rimane una causa fondativa e formativa, come quella dei curdi è molto diffusa nella mia cerchia di amici.
La vicenda di Del Grande l’ho seguita con molta apprensione da quando è stato arrestato, però non ho potuto ancora leggere il suo libro.
La battuta su Adinolfi: Costanza Miriano – dichiaratasi tua lettrice – come l’avrà presa?
(Ride).
Da qui nasce una riflessione: si ambisce al prestigio e alla propria affermazione, o si realizza il desiderio di diventare genitori nonostante le situazioni precarie nel mondo del lavoro?
Credo che questo richiamo sia così soggettivo che è impossibile parlarne. Io posso parlare soltanto di quello che riguarda me in generale e in questi termini. Credo che ci sia chi questo richiamo lo sente un sacco, quindi credo sia giusto che venga messo in condizione di realizzare questo desiderio. Al tempo stesso credo non ci sia uno stesso destino biologico che riguarda nessuno di noi (“come li hai i capelli?” riprende a disegnare sorridendo) e che ci sia gente che può campare serena e con tutta l’autogratificazione e il lavoro pur non concependo figli.
Andando avanti con l’età è ovvio che ci si interroga su questo, però le metterei fuori da qualsiasi binario imposto e da qualsiasi tipo di giudizio che ci circonda.
SEI MESI DOPO
Tanto per cominciare latita il Governo. Consultazioni su consultazioni non sono servite per formarlo: mentre Secco, Cinghiale, Giulia Cometti e co. come li hai ritrovati?
L’Armadillo nel mentre scompare, però subentra un altro animale, il panda, visto come un essere carino e coccoloso. Perché proprio il panda? E come l’ha presa Giacomo Bevilacqua (autore di A panda piace, ndr)?
Il panda è l’animale che si fa i cazzi suoi per eccellenza perché è solitario; peraltro si sta estinguendo. Manco scopa e mangia solo un tipo di bambù e gli piace solo quello. E non perché “poverino non ci sono altri tipi di bambù in giro.”
Era l’animale perfetto per raccontare questo tipo di sentimento.
Inizialmente non avevo pensato a Giacomo, i nostri panda sono fisiognomicamente diversi, il mio è ciccione, mentre il suo è piccolo e carino. Quando ho pensato di fargli recitare una battuta con il fine di imparentarli, non volevo poi che sembrasse una faida tra loro.
Per quel favore che ti ha fatto Alberto Madrigal (autore sempre della scuderia Bao Publishing, ndr) – di cui non farò spoiler – gli hai poi offerto la carbonara al rouge?
Ancora non è arrivato a Roma, ma è successo un mese fa.
Noi tutti dovremmo imparare a gioire davanti ai successi dei nostri amici e non solo, anziché abbruttirci e sperare che il prossimo perda il lavoro. Un pensiero al riguardo?
Questo è il tema grosso degli ultimi dieci anni, da quelli che pensano di risolvere la questione anche lavorativa generazionale. Invece di chiedere diritti per i giovani pensano a levare i diritti ai più vecchi, come per bilanciarsi verso il basso. Se tu ti vai a sentire gli slogan dei partitucoli della destra radicale, è proprio teorizzata in questo senso, per loro non è “vogliamo casa pure noi”, ma “diritto alla casa diritto al lavoro, se non ce li abbiamo noi non ce li hanno nemmeno loro.”
Per riequilibrare cercano di far star peggio gli altri, questa roba è evidente che è la rovina di quello che ci sta intorno.
Diciamo che a Secco è andata bene, ma un appuntamento – non dico dove onde evitare anticipazioni – lo attende tra sei mesi.
Pensi di dedicargli una puntata sul web: Macerie prime – altri sei mesi dopo?
Non necessariamente, però il fatto di aver impostato i personaggi con loro vite attuali mi serve perché, la volta che voglio fare sul blog una storia in cui parlo del processo in attesa della sentenza, so che i lettori che hanno letto i libri sanno che Secco è costretto in questa condizione.
Non devo per forza fare il libro su questo episodio, ma a fare tre pagine divertenti e sceme sul blog riuscirei almeno a dare il quadro generale che prima di questo libro non stava al passo con i tempi.
Come sappiamo sei partito dalle puntate pubblicate sul blog.
Chi pensi si stia muovendo bene sul web oggi?
Qua bisogna anche riconoscere che c’è una forte considerazione delle puntate in rete con la pubblicazione di Demon, la serie di Jason Shiga ora edita da Coconino Press, conosci?
Sì, conosco Shiga.
Ti posso dire Nova, in uscita con Bao, perché è riuscita a costruire un rapporto solido con il pubblico.
A parte i soliti nomi secondo me è valido anche Madrigal nonostante pubblichi saltuariamente.
C’ho pochi nomi in mente perché per ora non seguo assiduamente.
Anche Guarnaccia, ora in libreria con Iperurania (edito sempre da Bao, ndr) merita molto.
Sì, assolutamente. Lui è uno di quelli.
Foto di Lorenzo Tribuzio
Zerocalcare – Macerie prime – Bao Publishing 2017 – 192 pagine – diciassette euro
Zerocalcare – Macerie prime sei mesi dopo – Bao Publishing 2018 – 192 pagine – diciassette euro
L'articolo La vita non è un librogame – Intervista a Zerocalcare sembra essere il primo su Finzioni Magazine.