Mayday, mayday, la campagna elettorale di Donald Trump è fuori controllo. Da quando si è candidato alle prossime presidenziali ne ha sempre sparate di grosse, ma ora è ampiamente fuori dal seminato. Okay che sembra il momento buono per i razzisti o in generale per i rincoglioniti col negridimmerda sempre in canna, ma uno che vuole farsi eleggere Presidente degli Stati Uniti e propone di chiudere internet e di cacciare i musulmani dal territorio americano è disarmante. Su Twitter lo paragonano a Voldemort e chissà se Voldemort l'ha presa bene.
Negli USA le uscite di Trump fanno scalpore già da un po' ma l'assurdità è spesso comica, perciò l'indignazione si è spesso mescolata alla presa per i fondelli, al grido di tanto questo non va da nessuna parte. Noi italiani quando si tratta di sottovalutare e ridicolizzare politici dalle idee discutibili siamo i migliori, con un curriculum di tutto rispetto che in poco meno di un secolo vanta una dittatura ventennale e due repubbliche di non si sa che cosa. Siamo abituati ad ascoltare fregnacce e a dare attenzione mediatica al primo invasato che abbiamo sotto mano ed è forse per questo che da noi il Fenomeno Trump non ha attecchito granché. Perché è uno dei pochi casi in cui gli americani sono venuti dopo di noi.
Sul Washington Post lo hanno paragonato a Mussolini, su Twitter a Voldemort. In un momento così dannatamente delicato in cui a parlare di religione, migrazione e integrazione ci sente degli elefanti in una cristalliera, per trovare il coraggio di aprire bocca serve uno sforzo sovrumano, ma a molti bastano un po' di arroganza e di ignoranza. Trump ci aggiunge anche un po' di fantascienza, proponendosi di incontrare Bill Gates per cercare un modo di chiudere internet e i social media, a suo modo di vedere conduttore dell'estremismo. Solo che le boiate sono un boomerang. Senza vergogna e senza pentirsene, ha proposto di vietare ai musulmani l'ingresso negli Stati Uniti, così da Londra, che a detta sua sarebbe ormai «radicalizzata», è partita una petizione per vietare a lui di entrare nel Regno Unito, mentre su Twitter impazzava l'ironico #TrumpFacts.
Ma torniamo a Voldemort. Le ragioni che hanno spinto gli utenti di Twitter a paragonare Trump col cattivone di Harry Potter attraverso l'hashtag #Voldetrump sono molteplici e anche qui la fantasia ha fatto il resto. In molti hanno suggerito di distruggere i suoi Horcrux per eliminarlo e altrettanti hanno proposto di non pronunciare più il suo nome, adottando un dispregiativo Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Dal diretto interessato non sono arrivate né reazioni né Avada Kedavra, ma c'è un'indiretta interessata che invece non ha resistito a dire la sua. JK Rowling, per cui Twitter è tipo la seconda casa, si è sentita chiamata in causa e ha contribuito dicendo che al confronto neanche Voldemort era così cattivo. C'è da dire che anche a Hogwarts pensavano che Voldemort fosse ormai inoffensivo e per dimostrare il contrario JK ha dovuto scriverci sette romanzi. Speriamo invece che a noi Babbani non serva nemmeno un capitolo.
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