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Civilised Saturday: le librerie inglesi rispondono al Black Friday

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Oggi si festeggia il Thanksgiving, ma per noi italiani è semplicemente il 26 novembre. Anzi, no, per quelli più attenti è il giorno prima del Black Friday, perché anche se non festeggiamo il Ringraziamento non vuol dire che non possiamo accodarci agli americani nel fare acquisti selvaggi (andando all'arrembaggio anche dei negozi online nel Cyber Monday). E non siamo i soli. Anche nel Regno Unito ormai la tradizione statunitense del Black Friday ha preso piede, ma qualcuno lì ha storto il naso, così in modo molto british le librerie si sono attrezzate per rispondere con il Civilised Saturday, offrendo tè, massaggi e maggiordomi ai lettori. 

Io provo complessivamente un misto di attrazione e perplessità di fronte a tutte le americanate, anche a quelle più trash. So che in molti casi dovrei fare di no con la testa, ma spesso rimango affascinato, frastornato. Il Black Friday apre di fatto la stagione delle compere natalizie, è il riscaldamento, e si becca le stesse critiche che da sempre sentiamo ripetere sugli acquisti di Natale, sul consumismo, sulla materialità e bla bla bla. Nel Regno Unito non sono immuni al fascino d'oltreoceano, ma qualcuno ci tiene a non tramutarsi definitivamente in un Divoratacchini e si oppone perciò alla presunta incivile frenesia da shopping una calma civiltà all'insegna della cultura

Il Civilised Saturday, si apprende sul Guardian, è un'iniziativa che avrà luogo sabato 28 novembre e a cui hanno già aderito 100 librerie indipendenti. Viene considerato un «antidoto» per il selvaggio Black Friday,che invece rappresenta addirittura una «antitesi» rispetto a ciò che contraddistingue il lavoro dei librai. Così la proposta è di garantire un po' di tranquillità e di relax dopo un venerdì votato alla frenesia d'acquisto. Un ritorno alla civilità, e Dio solo sa quanto questo insistere sulla civiltà faccia gongolare i sudditi di Sua Maestà, tutti questi sosia di Rupert Giles che discutono su quanto Jeff Bezos sia cafone. 

Tra le tante irrinunciabili iniziative, ci sarà chi servirà prosecco in libreria, chi organizzerà delle spassosissime gare vediamo chi arriva in fondo alla strada con un libro in testa senza farlo cadere, commessi in abito elegante che servono pasticcini con mani appositamente guantate, sedute di biblioterapia su una poltrona di velluto, e massaggi. «Il Black Friday è apparso all'improvviso nel Regno Unito – racconta l'allarmata apprendista libraia Jasmine Denholm – e dal momento che si tratta di una tradizione americana sulla scia del Ringraziamento non significa nulla per noi. È diventato un giorno di caos e non è affatto come noi sentiamo che lo shopping dovrebbe essere, cioè un lusso dove i clienti hanno il tempo per trovare il regalo perfetto».

Mentre gli inglesi si salvano l'anima grazie ai pasticcini, anche negli Stati Uniti qualcuno si era attrezzato per fornire una risposta libresca o comunque moralmente più "virtuosa" al Black Friday (che  poi boh, ognuno è libero di comprare quello che gli pare quando gli pare, sia un frullatore scontato all'80%, un Kindle o un libro). Si chiamava Indies First ed era un giorno in cui gli scrittori famosi lavoravano come commessi nelle librerie indipendenti. E gli americani, oltre a essersi inventati il Black Friday, hanno pensato anche allo Small Business Saturday, dedicato agli acquisti nei piccoli negozi locali. Che dire, sono civilised anche loro, pur non bevendo il tè in libreria, o sono tutti indistintamente degli zoticoni?

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