(photocredit: thesundaytimes)
A molti di voi probabilmente il nome Rachel Abbott non dice niente, eppure sono proprio le persone come lei che oggigiorno incarnano il mito del sogno editoriale, o semplicemente e più generalmente del colpaccio. Grazie a lei la retorica del credere fino in fondo nei propri sogni riesce ancora a sopravvivere, così come riesce a sopravvivere la retorica che anima le storie targate Amazon, che l'azienda di Jeff Bezos non manca mai di pubblicizzare sulla propria homepage, ammaliando i clienti, stuzzicando i sognatori. Rachel ha fatto una cosa comune, ottenendo risultati fuori dal comune: è andata in pensione a 53 anni, si è messa a scrivere un romanzo per occupare il tempo ed è finita in cima alla classifica dei bestseller di Amazon.
Quando ti parlano di ebook e di self-publishing di solito ti propinano sempre casi di questo tipo. Il tizio che si è autopubblicato il romanzetto ed è diventato milionario, la scrittrice che ha cominciato con gli ebook fatti circolare in rete e poi è stata accalappiata dal grande editore. Sarebbe quasi facile continuare a snobbarli, dire che la letteratura è altro e bla bla bla, ma il fatto è che non si può neanche più parlare di fenomeno, perché queste dinamiche si sono imposte con prepotenza e sono state assorbite dal sistema, diventando naturali sia per gli autori, sia per gli editori, sia per i lettori.
Certo, la storia di Rachel Abbott (il cui vero nome è Sheila Rodgers) fa particolarmente scena perché è una storia pulita che mette insieme molti desideri comuni. Nata vicino Manchester nel '52, ha fondato un'azienda informatica che ha venduto nel 2000 per circa 5 milioni di sterline, poi si è trasferita in Italia insieme al marito, dove ha restaurato un vecchio monastero del XV secolo nelle Marche (voilà) con cui ha avviato un nuovo business nel settore matrimoniale. Nel 2010 è andata in pensione e pensava di godersela nel pieno relax, così si è messa a scrivere un romanzo che però le ha preso la mano. «Un giorno ho deciso di pubblicarlo per vedere cosa sarebbe potuto succedere, ed è stata una di quelle decisioni che ti cambia la vita» ha spiegato.
Dopo essere stata rifiutata da dieci agenti, nel 2011 Sheila ha autopubblicato il thriller Only The Innocent attraverso Kindle Direct Publishing e ha lentamente cominciato a scalare la classifica dei bestseller, arrivando al primo posto su Amazon UK dopo appena tre mesi. In seguito sono usciti The Back Road, Sleep Tight e Stranger Child, tutti incentrati sulla figura del detectitve Tom Douglas. Con oltre un milione di copie vendute (i primi due romanzi sono stati pubblicati negli Stati Uniti da Thomas & Mercer e Only The Innocent ha raggiunto il primo posto in classifica anche al di là dell'Atlantico), ora Sheila scrive a tempo pieno e sta lavorando al quinto romanzo.
Una bella storia che si aggiunge all'elenco con cui molti aspiranti scrittori possono provare a auto-incoraggiarsi, a cui vanno aggiunte però alcune precisazioni. Sheila-Rachel si è dedicata alla scrittura relativamente tardi, proveniendo da tutt'altro settore, ma visti i risultati (che non sempre sono sinonimo assoluto di qualità) si può dire che abbia quanto meno delle capacità. Il self-publishing fornisce un canale alternativo per scrittori più o meno validi, ma non è una corsia preferenziale per improvvisatori senza un briciolo di talento. Da non sottovalutare poi l'esperienza dell'autrice con i meccanismi di internet, che le ha dato un aiuto decisivo per promuoversi (cosa che molti scrittori non sono neanche lontanamente in grado di fare). Insomma, tutto bello e sinceri complimenti a Rachell Abbott, ma non pensate che basti il suo esempio per spianarvi la strada, al grido di se ce l'ha fatta lei non vedo perché non ce la debba fare anch'io. Lei ce l'ha fatta perché ci sa fare, come ci sanno fare a modo loro tutti quelli che hanno successo in qualcosa. Non fate però di Kindle Direct Publishing il vostro Gratta e Vinci, perché non è quasi mai solo una questione di fortuna, per fortuna.
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