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Dove sarò tra dieci anni? E tra cinquanta? E il mondo, come sarà il mondo tra cento anni, senza di me? Che cosa penseranno le donne e gli uomini? Come andranno in giro? Che cosa leggeranno? In letteratura la prova del tempo è fondamentale per saggiare la robustezza e il valore di un autore o di una singola opera.Una domanda semplice ma decisiva è: tra cento anni, lo leggeremo ancora? Nessuno di noi, neanche il più acuto, può dare risposte certe, eppure Margaret Atwood si è divertita a giocare con il futuro e ha consegnato al tempo un manoscritto che verrà pubblicato nel 2114.
Si tratta di un romanzo intitolato Scribber Moon che l'autrice canadese ha consegnato, sigillato, per "Future Library", l'affascinante progetto nato da un'idea di Katie Paterson che unisce letteratura ed ecologia. A Oslo stanno infatti mettendo insieme una biblioteca del futuro e la Atwood è stata la prima dei cento autori che vi prenderanno parte. La consegna del manoscritto segreto è avvenuta seguendo un rito speciale e misticheggiante, durante il quale sono stati piantati anche gli alberi che verranno utilizzati per ricavare la carta con cui i libri del futuro verranno realizzati.
«C'è qualcosa di magico in tutto ciò» ha detto l'autrice. «È come la Bella Addormentata. I testi sonnecchieranno per cento anni e poi si risveglieranno, tornando di nuovo in vita». E in effetti in questo progetto c'è un alone da favola, la magica illusione di volare al di sopra del tempo e in certo senso di sfidarlo, o anche di sconfiggerlo. Eppure non c'è nessuna presunzione nella partecipazione di Margaret Atwood, nessuna autoproclamazione ad autrice in grado di poter essere ancora valida e leggibile tra cento anni. «Sto affidando un manoscritto al tempo. Ci saranno ancora esseri umani pronti a riceverlo? Ci sarà una Norvegia? Ci sarà una foresta? Ci sarà una biblioteca? È così strano pensare che la mia voce, in silenzio per tanto tempo, si risveglierà all'improvviso tra cento anni».
L'intento è di stampare 3000 copie di ciascun testo una volta che la collezione sarà pronta e il rituale di consegna sarà stato svolto per tutti gli autori, ma le certezze in realtà scarseggiano perché di fatto è come affidare un messaggio all'oceano chiuso in una bottiglia. Se pensiamo alle opere pubblicate cento anni fa percepiamo un'indiscussa distanza stilistica e tematica, ma ciononostante siamo tutt'oggi in grado di immedesimarci, appassionarci, commuoverci, emozionarci, perché le grandi storie e i grandi narratori se ne fregano del tempo che passa. Fricchettona e forse un po' ingenua, la "Future Library" è comunque un'idea indubbiamente attraente che va controtendenza. In un presente dove sotto tutti i punti di vista non è più possibile fare progetti a lungo termine e guardare troppo in là, costruire una biblioteca per il futuro è un messaggio che ci mostra come il tempo possa ancora essere romanticamente sfidato, e non solo quotidianamente subito.
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