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Io, Stitch

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I più grandicelli si ricorderanno sicuramente della famosa canzone di Dario Baldan Bembo, l’inno dell’amicizia, ovvero L’Amico è. Tra le tante strofe, una in particolare ci ricordava che:

l'amico è uno che ha molta gelosia di te, per ogni tua pazzia ne fa una malattia, tanto che a volte ti vien voglia di mandarlo via. Però lui no, l'amico no, per niente al mondo io lo perderò.

Come avrete intuito oggi si parla di amicizia, e nello specifico di quei rapporti che all’apparenza risultano incomprensibili nelle loro logiche, tanto forti quanto bizzarri e turbolenti. Come quello che per esempio può legare una aggressiva creatura artificiale aliena, frutto di esperimenti genetici, e un’iperattiva bambina hawaiana.

Esatto, Lilo & Stitch, non una storia di amicizia come le altre, ma qualcosa di fortemente puro, che lega due mondi (in senso tutt’altro che figurato) troppo lontani da loro. Il potenziale distruttivo di Esperimento 626, novello mostro di Frankestein in fuga dal suo creatore, svanisce, la creatura muta, non solo fisicamente, grazie all’affetto di Lilo, che in lui si rivede: diventa Stitch.

Per quanto paradossale possa essere, un legame tra un essere artificiale e uno umano diventa indissolubile, al punto che si rischia anche la vita per salvare l’amico. Un rapporto a cui in passato aveva già strizzato l’occhio uno degli autori più illustri nel campo della fantascienza, ovvero Isaac Asimov, che nel 1939, diciannovenne, rimane profondamente influenzato dal racconto dei fratelli Earl e Otto Binder sul problematico rapporto tra l’uomo e le macchine dotate di intelligenza, sebbene artificiale, ovvero Io, Robot.

In quel racconto si trovano le fondamenta del primo scritto di Asimov, Robbie, che aprirà poi la sua versione di Io, Robot. Robbie è un robot, Stitch un esperimento genetico: entrambi artificiali, entrambi intelligenti, entrambi visti con paura da chi li circonda. Anche se non da tutti, perché due bambine credono in loro, credono nella loro capacità di poter ricambiare l’affetto. E Lilo e Gloria hanno ragione, nonostante le avvertenze dei loro famigliari: Stitch e Robbie alla fine rischierebbero anche la vita per le loro amiche.

Perché in fondo, diciamocelo chiaro: il più delle volte i bambini ne sanno più di tutti, anche se non hanno idea di cosa significhi la parola “pregiudizio”.

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