Avete presente quei lettori un po' snob che giudicano le letture altrui? Quelli per i quali tu stai sempre leggendo merda e loro oro? O quelli un po' radical chic (passatemi il termine ché tanto nessuno lo usa più nell'accezione di Tom Wolfe) per cui o leggi qualcosa di sconosciuto ai più, magari pure in polacco perché bisogna sempre leggere in lingua, o sei troppo mainstream anche solo per parlare? Ecco. Io fino a un po' di anni fa ero così, con la differenza che il polacco non lo parlavo ed ero più simpatica.
Poi è successo che sono partita per il Canada a fare la ragazza alla pari ed è successo che, in quei mesi, i due bambini le due incarnazioni del demonio di cui mi occupavo mi hanno insegnato tantissimo sulla letteratura per l'infanzia e io ne sono rimasta così folgorata da coltivarne ancora una passione smodata.
Perché non fare una classifica di quelli che sono i libri per l'infanzia che non dovremmo farci scappare?
1. Prosciutto e uova verdi – Dr. Seuss
Il messaggio, qui, è incredibilmente semplice, ma è un messaggio che vale la pena ricordare di tanto in tanto. Sam-I-Am esorta il narratore a provare i suoi bizzarri intrugli culinari suggerendo, anche, una varietà di luoghi e scenari in cui farlo. Chi non vorrebbe, ad esempio, provare un nuovo piatto in compagnia di una volpe?! Succede, però, che il narratore si convince che i piatti non gli piacciono senza nemmeno averli provati.
Familiare?
Try them, try them, and you may!
Try them and you may, I say.
2. Le streghe – Roald Dahl
Apparentemente semplice, il racconto di Dahl nasconde una serie di riflessioni e metafore non solo necessarie durante la crescita ma ancor di più durante la vita adulta. A suo modo è una parabola sulla paura della morte e della separazione; è la capacità di reinventarsi quando il terreno sotto i piedi si sgretola e l'universo cambia; è una storia d'amore, di fiducia e di coraggio verso il prossimo. Una specie di favola, quindi, che si occupa di questioni cruciali: dall'esistenza del male al lutto, dalla separazione alla morte.
In order to distract the boy from the grief of losing his mother and father in such tragic circumstances, his grandmother starts to regale him with stories of witches – only they aren’t stories, they’re real.
3. Alexander and the terrible horrible no good very bad day – Judith Viorst
Questo è uno di quei libri che assomigliano a una cipolla, tanti sono gli strati che possiede e tanti sono i livelli a cui è possibile leggerlo. Da una parte è la storia di Alexander, un ragazzino ordinario che passa una brutta giornata. Dall'altra è una riflessione sulla condizione umana: il nostro egoismo e l'egocentrismo, le difficoltà che assillano ogni persona e, infine, il coraggio e la risolutezza necessari per stare in piedi e vivere la vita che ci è capitata.
Anche nei giorni in cui preferiremmo trasferirci in Australia.
I think I'll move to Australia.
4. Harriet la spia – Louise Fitzhugh
Harriet la spia perché? Perché è importante ricordarsi che, a volte, va bene essere un po' stronzi. Veniamo cresciuti, generalmente, con la bontà e l'onestà come insegnamenti principali ma, nonostante gli sforzi dei nostri genitori, la realtà è che non sempre si è cattivi solo per difendere se stessi. A volte va bene svegliarsi male e va bene odiare gli uccellini che cantano fuori dalla finestra. A volte va bene odiare i nostri amici e va bene odiare la nostra vita. Proprio come, a volte, va bene sentirsi una cipolla anche se avremmo preferito non esserlo. E, infine, è un bene crescere e imparare a gestire le cose da soli e dire addio a Ole Golly anche se questo ci farà piangere tantissimo.
Sometimes you have to lie. But to yourself you must always tell the truth.
5. The Stinky Cheese Man and other Fairly Stupid Tales – Jon Scieszka, Lane Smith
Questo libro è pieno zeppo di humor. Sarcastico, spiritoso e con personaggi così particolari che anche da adulti desideriamo essere come loro. Le classiche storie dell'infanzia vengono rivisitate con un'argutezza, un cinismo e una dissacrazione che hanno lo scopo di ricordarci che, alla fine, nella vita bisogna saper ridere di tutto. E tanto.
And everyone lived happily, thought maybe not completely honestly, ever after. The End.
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