Madeleine. Propriamente si tratta di un dolcetto francese lievitato, di forma simile al plum-cake, ma è probabile che al di fuori della Francia siano ben pochi quelli che la nominano in questo senso, leccandosi i baffi per il suo delizioso sapore di burro. Non serve infatti che lo dica a voi, lettori voraci, che praticamente chiunque cita la madeleine in contesti lontani da quello dolciario, perché questo pasticcino è diventato per antonomasia simbolo di qualcos’altro, ben più potente. Da Marcel Proust in poi, infatti, madeleine significa piccola bomba che inaspettatamente fa esplodere in noi ricordi sepolti, legati a determinate sensazioni che riusciamo a provare di nuovo. Rubinetto di memorie che si apre spesso involontariamente e che ci fa rivivere momenti ed emozioni passati, madeleine è qualsiasi oggetto in grado di far riaffiorare alla mente qualcosa di dimenticato, e quindi fino a quel momento perduto.
Capita, rovistando tra i mucchi di roba che invadono la soffitta, che mi imbatta in mie madeleines, seppellite e nascoste tra il ciarpame quanto lo sono i ricordi nella mia mente che esse fanno riaffiorare. E tra le madeleines più sostanziose e potenti per me ci sono i libri, forse perché li ho sempre avuti tra le mani, forse perché, almeno alcuni, hanno segnato momenti particolarmente felici o particolarmente tristi, o prima l’uno e poi l’altro. Certo è che, scoprendo nella fila in fondo alla libreria, quella dietro a tutto il resto, le edizioni hard-cover di Charlie Brown (una con la copertina rossa e l’altra con la copertina viola), vengo immediatamente risucchiata come dal Pensatoio e scagliata nel mio vecchio salotto. Lì una bambinetta bionda con la salopette, spensierata mannaggia, leggeva della coperta di Linus e del pianoforte di Schroeder, ascoltando Enya, mentre il papà metteva su l’acqua della pasta e la mamma stava per tornare da lavoro.
Ecco, se questo capita anche a voi – salopette ed Enya a parte – non potete perdervi l'esposizione “Una biblioteca emotiva: madeleines in forma di libro”. Organizzata all’interno della terza edizione del festival CaLibro di Città di Castello, la mostra-installazione sarà aperta dal 26 al 29 marzo e la cosa davvero bella è che chiunque può diventarne protagonista. L’idea degli organizzatori è quella di raccogliere ed esporre quei libri che suscitano in noi emozioni e ricordi forti, coinvolgendo le persone in una doppia ricerca, in casa e nella propria memoria. Tipologie di testi e contenuti non sono importanti: ciò che conta è il flusso di memorie e sensazioni che ciascun libro attiva in chi lo ha eletto a sua personale madeleine. E proprio perché si tratta di una selezione basata su criteri soggettivi, ad accompagnare i libri esposti saranno le voci registrate dei loro “padroni”, che spiegheranno al pubblico cosa rende quei titoli così speciali e degni di entrare in questa biblioteca unica.
Curiosi di immergervi nella memoria altrui e condividerne i ricordi? La biblioteca emotiva sarà inaugurata giovedì 26 marzo e rimarrà aperta fino a domenica 29, presso il Palazzo del Podestà. Se invece volete contribuire attivamente e mettervi alla ricerca della vostra madeleine personale da proporre per la mostra, qui trovate le informazioni necessarie. In ogni caso, buon viaggio.
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