Photocredit: Toronto Public Library
Apple ha fatto la gnorri non rilasciando comunicati stampa ufficiali, ma la notizia è circolata ugualmente (e in maniera piuttosto rapida) grazie al sito tedesco iFun: l'azienda di Cupertino ha modificato la propria return policy (ovvero politica di restituzione) sui prodotti digitali, tra cui ricadono anche gli iBooks. Chi acquista su App Store (iPhone, iPad o iPod), Mac App Store, iTunes o iBooks, avrà da ora in poi 14 giorni di tempo per meditare se tenere il prodotto o restituirlo ottenendo un rimborso del 100%.
Sulla pagina Termini e condizioni si possono leggere tutti i dettagli al riguardo: ad esempio, non è necessario fornire alcuna motivazione per la propria scelta, basta selezionare dalla cronologia acquisti il prodotto che si vuole restituire, andare su "Segnala un problema" e poi su "Desidero annullare questo acquisto". Unica eccezione sono i Regali iTunes, che purtroppo non potranno godere del diritto di recesso (del resto a caval donato…).
In ritardo rispetto ad Amazon e Google, Apple ha così deciso di uniformarsi alla Eu Consumer Right directive, una direttiva europea (approvata nel giugno scorso) che nell'ottica di tutela del consumatore prevede «il diritto di restituire la merce comprata a distanza, sia via Internet, via posta o per telefono». Amazon garantisce 2 settimane per il ripensamento mentre Google accorcia un po' i tempi rispetto ai colleghi, permettendo la restituzione di eBook su Google Play solo entro 7 giorni. Questo nuovo privilegio vale solo per i clienti europei, mentre per americani e canadesi «all sales and rentals of products are final» [ cioè «tutte le vendite e i noleggi sono definitivi»].
Lasciando da parte la meravigliosa (ma forse eccessiva?) libertà che garantisce al consumatore, forse questa nuova garanzia nasconde anche qualche lato oscuro: due settimane rischiano di dare all'utente tutto il tempo di "usufruire" del prodotto, ovvero di leggersi con calma un eBook, e di restituirlo senza pagare nulla. Certo, si perde il libro digitale, ma credo personalmente che ci sia una bella fetta di lettori disposta a passare sopra a questo dettaglio. Per non dire che i più furbi potrebbero addirittura trovare il modo di copiarselo sui propri device, aggirando anche quest'ultimo incoveniente. A proteggere troppo i lettori, si rischia forse di danneggiare i libri stessi e chi li distribuisce…
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