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Karen Joy Fowler | We are all completely beside ourselves

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"No pain no gain" direbbero negli Stati Uniti. Condivisibile o meno, è una filosofia che ho applicato a lungo alla lettura. Da piccola fuggivo le versioni adattate per ragazzi dei classici. Quando ho iniziato a sapere infilare tre parole di inglese una dietro l'atra, ho letto L'uomo che sussurrava ai cavalli  – eh, sì - in lingua originale impiegando tre mesi, cercando ogni volta "whether" e "although" sul vocabolario. Poi c'è stata la lettura in tedesco. Poi Infinite Jest, con mesi di pellegrinaggio tra il testo e le note. Credo fermamente, insomma, che da grandi sofferenze letterarie derivino grandi soddisfazioni. Prendete Moby Dick: centinaia di pagine di digressioni ogni dieci pagine di trama, ma il premio per chi resiste è uno dei finali più belli di sempre.

A quanto pare, però, non è sempre così. Grandi soddisfazioni letterarie possono avere la forma di un libro con la copertina gialla e morbida, che supera di poco le trecento pagine di narrazione avvincente. Lo so, sono l'ultima a scoprirlo. Diciamo che ci sono arrivata per gradi. Credo che sia importante che la letteratura provochi, ispiri delle domande, crei incertezze, destabilizzi un pochino. Cose che sono abituata a trovare in una categoria di libri che il mondo chiama mattoni. E che chiamerò anch'io così, precisando che li amo e che non includo in questa categoria solo i libri lunghi, ma anche i libri pesanti. Piano piano mi sono accorta, però, che le soddisfazioni non stanno soltanto lì, che pesante non è sinonimo di importante e leggero non è sinonimo di frivolo.

Divago ancora. Molti avranno visto almeno un paio di puntate di How I met your mother. Una cosa che adoravo, ma che al tempo stesso mi spiazzava sempre di quella serie, era il fatto che sembrava essere solo una serie stupidina: aveva le risate registrate in sottofondo, che diamine!, e quella buffa maniera di correre di Barney quando si precipitava fuori dal pub per una scommessa o una ragazza. Eppure ogni tanto, tra una risata registrata e un articolo del Bro Code, tac!, arrivava la mazzata che faceva riflettere: sulle coincidenze della vita, sulle relazioni, sulla precarietà. 

Ecco, senza voler mettere How I met your mother sullo stesso piano di grandi opere letterarie, questo saper parlare di cose importanti con leggerezza è una delle arti che più ammiro. Una cosa che, dopo anni di "no pain no gain", ogni volta che la trovo mi stupisce. 

cover Karen Joy Fowler | We are all completely beside ourselves

We are all completely beside ourselves è un libro leggerissimo. È un libro attorno al quale, nel mio caso, si è sviluppata un'aura di sorrisi e  di complicità. Un libro a cui mi sentivo di poter dare del tu, ecco, al punto che l'ho persino un po' bagnato al mare senza sentirmi in colpa. Mi è stato messo in mano un giorno da una libraia inglese, la quale, ridendo, mi diceva che non vedeva l'ora di rileggerlo perché l'aveva "semplicemente adorato".

E ridendo ho iniziato anch'io a leggerlo, affascinata dal senso dell'umorismo mai pesante di Karen Joy Fowler, e ridendo ho continuato a leggerlo fino alla fine. Anche se nel frattempo le cose erano cambiate. Piano piano erano stati messi sul tavolo una serie di problemi e una serie di domande. Continuavo a ridere dunque, ma il libro intanto mi chiedeva se non trovassi che certe questioni fossero importanti. Mi suggeriva di fermarmi un attimo a pensarci, ma intanto mi trascinava avanti nella narrazione. Lui, il libro, non si faceva solenne portatore di verità. E io avevo tanta fretta di vedere come andava a finire – quanto amo, quando leggo un libro e voglio sapere come va a finire! – che mi appuntavo mentalmente domande, spunti, sensazioni, per tornarci più tardi, una volta uscita dal vortice della narrazione. Alla fine della lettura mi sento provocata, felice e più ricca di prima.

Non sono brava con le parole grosse, o vi direi che We are all completely beside ourselves è tutto quello che mi aspetto da un libro ed è come vorrei essere anch'io: tanto intenso e incredibilmente leggero al tempo stesso. Sono più brava a parlare all'orecchio, o a quattr'occhi al tavolino di un bar. Facciamo che stavamo bevendo uno spritz in piazza dopo il lavoro e che stavamo parlando di libri. Io vi dirò questo: We are all completely beside ourselves sarà il mio regalo di Natale a tutti i miei amici e sono certa che li farà felici.

Karen Joy Fowler, We're all completely beside ourselves, Serpent's tail, 2014

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