C'è da dire subito una cosa sul mio rapporto con questo libro: la sovraesposizione. L'ho letto, ho sentito la presentazione che Christian Raimo ha fatto con Paolo Cognetti (uno che di racconti qualcosina ne capisce) a Milano e il giorno dopo l'ho presentato insieme all'autore alla bellissima libreria Mutty di Castiglione delle Stiviere. Dunque ho avuto un sacco di stimoli a riguardo e potrei scrivere una bella lenzuolata e farvi addormentare tutti. E invece.
Invece vorrei parlare di reverse engineering, o retroingegneria (fun fact: se scrivete "retroingegneria" su Google vengono fuori solo robe sugli alieni). Le persone, soltanto le persone è una raccolta di racconti. I racconti parlano di persone, di alcuni momenti delle loro vite, dei loro corpi, delle loro relazioni, dei loro finali aperti. Tutto molto bello ma, per capirci meglio, dovete leggerlo. Perché è una cosa che si coglie davvero solo voltando le pagine, non scrollando una recensione.
Comunque. Retroingegneria. Inferire il funzionamento profondo di qualcosa analizzandone il funzionamento superficiale e, dunque, invertire il normale flusso di creazione. Si può fare con un software, si può fare con un alieno, si può fare pure con un racconto. Un breve esempio (senza spoiler).
Calvino contro Pasolini. Quinto racconto del libro, da pagina 88. In un'Italia ucronica, Calvino è uno scrittore praticamente sconosciuto che è tornato a vivere a Cuba, è diventato una specie di hippy rivoluzionario che applica le sue sei proposte per il prossimo millennio all'atto di rollare un cannone; Pasolini invece è ministro della cultura, padre padrone di Einaudi e grande raccomandatore – ha messo tutti i suoi fedeli nelle posizioni di potere. Poi succedono cose molto divertenti, ma su quelle taccio. Domanda: Perché inventarsi una cosa del genere? Risposta: Per raccontare un'idea attraverso una storia, una narrazione. Per parlare della percezione attuale di questi due maestri del passato, per stiracchiarla, esagerarla, criticarla, superarla. Per farci un ragionamento culturale sottoforma di un racconto surreale e divertente.
Scrivere un racconto, allora, significa mettere in discorso un'idea, tradurre un pensiero critico, rimodulare un concetto in una serie di trasformazioni narrative, agghindare una struttura profonda e renderla superficiale (da intendersi qui solo nel senso letterale, di superficie). E divertirsi a compiere il processo a ritroso. Una retroingegneria della narrazione.
Questo libro è come smontare una macchinina e vedere come funziona al suo interno, scoprendo che gli ingranaggi sono altrettanto divertenti, anche se non sfoggiano una bella cromatura rosso Ferrari e non sfrecciano sulla pista.
Christian Raimo – Le persone, soltanto le persone – minimum fax 2014 – 210 pagine – 14 euro
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