Tra i lettori gli atteggiamenti sono diversi. C'è chi i libri li vuole tutti sugli scaffali, e quindi compra anche quelli che ha già letto in biblioteca o prestati dagli amici, ricompra la versione cartacea degli eBook e passa bei pomeriggi a guardarsi i dorsi belli allineati per gradazione di colore, anche quelli dei titoli che ha odiato. C'è, invece, chi se ne frega e, cinico, appena può si libera dei libri che non gli interessano più, o perché non gli sono piaciuti, o perché gli ricordano l'ex, o perché ne vuole altri e gli serve spazio. Per la seconda categoria Bookmooch è il sito della vita.
Io l'ho scoperto grazie a questa signorina e sono subito andato a dare un'occhiata. Accolto da una grafica un po' spartana che ricorda i siti di qualche anno fa, ho cominciato ad annusare qua e là per capire la faccenda. In breve, ecco come funziona. Bookmooch è una comunità di lettori, dove ogni utente si registra gratuitamente e crea un proprio inventario. L'idea alla base del sistema, infatti, è che le persone diano forma a un inventario con i libri d cui vogliono disfarsi. Ogni libro caricato nell'inventario vi dà diritto a 0,1 punti. A che servono i punti? Per richiedere i libri agli altri utenti, ovviamente. Se io becco un titolo che mi interessa (di solito ci sono tutte le informazioni sull'edizione, l'anno di pubblicazione e anche lo stato di conservazione) non mi resta che richiederlo all'utente che lo possiede, spendendo 1 punto, che verrà automaticamente dato al proprietario del libro che voglio. Questi può decidere se accettare o meno di spedirmi la copia (di solito le richieste su Bookmooch si accettano sempre, perché per rifiutare ci devono essere dei motivi validi), specificando quando potrà procedere all'invio.
Ecco qui la magia. Semplice, piacevolissima magia. Un fantastico dare-avere che permette alle persone di scambiarsi i libri in armonia, spendendo solo ciò che serve per la spedizione (1,28 euro di Pieghi di Libri, per dire). Più libri metti a disposizione, più punti hai per richiederne e riceverne. E ogni volta che richiedono un libro a te e decidi di spedirlo, ti viene accreditato 1 punto, che tu puoi utilizzare per continuare la tua avventura di arraffone. Appena ho caricato i titoli nel mio inventario (tutti libri a cui ho deciso di rinunciare senza strapparmi i capelli) sono fioccate diverse richieste. Fiducioso, ho fatto i miei pacchettini e sono andato alle Poste, varcando quella temuta soglia con un'inedita leggerezza d'animo. Stavo facendo qualcosa di bello. Mandavo libri a persone sconosciute e ne ricevevo altri da altri sconosciuti. Lungi da me perdermi nella stucchevole retorica sulla comunità dei lettori e cominciare a fare sviolinate su quanto è bello leggere e quanto è bello conoscere quelli che leggono e su quanti siamo pochi in Italia e su quanto sia triste. Okay, si legge, ma non siamo dei panda. Non siamo speciali, né siamo qualcosa. Lo spirito identitario dei lettori italiani mi dà un po' noia, fa troppo setta, troppo autocompiacimento da nicchia, troppo we are the 43 percent.
Detto questo, sapere che per il Paese ci sono persone disposte ad alzarsi e andare alle Poste per mandare a te, perfetto sconosciuto, il libro che hai chiesto (quasi fosse un capriccio) è una sensazione che ti spinge a fare altrettanto, a partecipare. Perché tra Facebook, Twitter, Pinterest e compagnia bella stiamo sempre a parlare di libri, di editoria, di quanto sia fico e imperdibile quel libro, twittando foto di volumi sui comodini e scattandoci selfie al Salone di Torino davanti agli stand, ma passare dal virtuale al reale dà sempre una certa soddisfazione, anche se si tratta soltanto di andare a spedire un pacco. Forse è una sciocchezza o forse spendo tante belle parole perché Bookmooch mi ha corrotto promettendomi 60 punti sull'unghia se avessi scritto un bel pezzo su Finzioni, ma credo che trovare un buco nel bel mezzo delle nostre frenetiche giornate piene di appuntamenti incastrati come mattoncini del tetris per entrare in contatto con una persona e condividere con lei un nostro libro sia bello come sono belle tutte le cose semplici.
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