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Donne sfuggenti: meglio leggerle che incontrarle?

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È bene ammetterlo dal principio: ho un debole per le donne sfuggenti. Con quel loro atteggiamento lunare, un po' svampito, un po' Amanda Sandrelli in Non ci resta che piangere, attraggono proprio perché sfuggono, portandosi dietro i tuoi pensieri, requisendoli. Se le amo è colpa dei libri. Il più delle volte queste donne, fuori e dentro i romanzi, si rivelano pericolose per l'ignaro sognatore che offre loro il suo cuore e la sua attenzione. Un amico saggio, di quelli che ci vedono lungo e dovrebbero essere sempre ascoltati, ti avvisa per tempo, preannunciando la tranvata che stai per prendere. Ma se hai letto troppi romanzi e se hai incontrato troppi personaggi di questo tipo, sarà veramente difficile non innamorartene ancora e ancora. Oggi la Top 5 cerca di fare una classifica delle donne più sfuggenti della letteratura, per mettere in guardia i lettori più ingenui da queste creature meravigliose che si fanno amare pagina dopo pagina, ma anche (e soprattutto) per omaggiarle in tutto il loro fascino. Attenti agli spoiler.

1 – Quando ho pensato a questa classifica ho pensato anzitutto a lei, Lady Brett Ashley. Hemingway ce la fa conoscere in Fiesta come una giovane e attraente ragazza inglese che beve un sacco di drink e ha un sacco di storie d'amore alle spalle. Jake, il protagonista, la ama, non può non amarla, e lei ricambia con la sua allegria sfrenata, i suoi sguardi che movimentano una flotta aerea di farfalle nello stomaco. Ma Brett è Brett proprio perché c'è e un attimo dopo non c'è più, oppure ritorna portandosi dietro un futuro marito venuto dalla Scozia, giusto il tempo per capire quanto sia attratta dai toreri. A lei va il primo posto, indiscutibilmente. 

2 – Talvolta bastano quattro notti per innamorarsi alla follia e prendere una folle delusione. La bella Nasten'ka di Le notti bianche che Dostoevskij fa appoggiare su quel parapetto e piangere, proprio sotto gli occhi del protagonista, non annunciava nulla di buono con quel suo «delizioso cappellino giallo». Vorremmo intimare all'uomo di scappare, finché è in tempo, eppure anche noi non ce la facciamo a non fermarci e a non notare che un signore barcollante in frac si avvicina con cattive intenzioni alla ragazza. Ci tratteniamo, mandiamo via il farabutto e trascorriamo quattro notti meravigliose, in barba a tutti gli avvertimenti.

3 – Se avete amato Chiedi alla polvere di John Fante parte del merito è di Camilla Lopez. È bella, giovane, messicana e scombussola l'animo del povero Arturo Bandini, che proprio non ce la fa a difendersi dalle meraviglie che la barista gli offre, ma non concede. Lui la seguirà ovunque, tra le onde del mare e anche nel deserto, struggendosi d'amore. «Aveva gli occhi a mandorla, la carnagione scura, anche se non nera, e quando camminava i seni si muovevano rivelando la loro sodezza.» Qualcuno vorrebbe biasimarlo, ma è più facile a dirsi che a farsi. 

4 – Triestina, biondina e stronza. Basterebbero questi tre aggettivi per un ritratto fedele di Angiolina Zarri, la popolana che prende il cuore di Emilio Brentani di Senilità e lo calpesta con le sue belle scarpette laccate. Lui ama chiamarla Ange, alla francese, mentre il suo amico Balli, che di donne se ne intende, la inquadra dal primo momento, e la chiama Giolona. Si dice che per lei Svevo si sia ispirato a una donna realmente esistita, Giuseppina Zergol, e in effetti è difficile non percepire che quegli occhi, quelle risatine e quei gesti sono troppo veri per appartenere a una donna di carta. A ogni modo, se incontrate una graziosa signorina alle prese con un ombrello incastrato, be', sapete a cosa andate incontro se vi fermate a darle una mano. 

5 – Il quinto posto è dovuto solo al fatto che Andrea De Carlo, per una questione di gerarchia, non può venire prima di Hemingway, Svevo, Fante e Dostoevskij, ma Maria Blini di Tecniche di seduzione è con ogni probabilità al primo posto nella mia personalissima classifica di amori letterari. Una giovane attrice di teatro che sfugge come una saponetta impazzita per le vie di Roma e scombina la vita di una giornalista milanese alle prese con il suo primo romanzo. La lucidità suggerirebbe di mandarla a farsi benedire, ma davanti a una come lei è la lucidità stessa a fare una brutta fine.   

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