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John Niven | Maschio bianco etero

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Devo ammettere che la tua devozione per la religione della narrativa del diciannovesimo secolo è toccante. 

Be', come ha detto un grande, non siamo obbligati a fare arte. Non siamo obbligati a fare la storia. O a dire qualcosa. Siamo obbligati a fare soldi. E per fare soldi a volte siamo costretti a fare arte, a fare la storia, a dire qualcosa.
Hemingway?
Il produttore di Flashdance

Esiste una teoria per cui se vuoi nascondere benissimo una cosa non devi fare altro che metterla tremendamente in evidenza. Non so bene se appellarmi a Poirot, all'altro inglese o a quelle volte in cui un difetto lasciato essere rende un viso più armonico.

Kennedy Marr è una testa di cazzo. Questo ve lo dico a scanso di equivoci. La cosa divertente però è che qui nessuno lo nega. Un po', appunto, come quando per nascondere benissimo una cosa allora eccetera. Tendenzialmente funziona. Infatti funziona. Cioè, non frega a nessuno di nasconderlo, soltanto che palesato a questi livelli te ne fai una ragione, ti investe, è retroattivo, ormai è tardi. Sei nel suo mood. Però ecco qui c'è dell'altro.

maschio bianco etero cover John Niven | Maschio bianco eteroIl fatto è che la natura del suo essere testa di cazzo non la nasconde lui e non la nascondono i fatti, si diceva. Però, evidentemente, ci sono personaggi resi dalla storia, altri dallo stile e alcuni da entrambi per cui anche se il libro è in terza persona in realtà tutto quello che viene raccontato è perfettamente in linea maschio bianco etero. Permeato, di maschio bianco etero. La storia ce lo dice, il narratore ce lo racconta – dicendo uh guarda ha fatto anche questa brutta cosa – però intanto lo assolve in qualche modo, mischiandosi con l'essenza del protagonista. E lo stile con cui viene costruito coincide con quello del personaggio. Quello che colpisce è che la separazione tra storia e istanza dell'enunciazione sembra abbia subito il fascino di Kennedy Marr. 

Scrittore, donnaiolo, segaiolo professionista, ricco molto ricco di quei ricchi che lo sono al punto di oscillare sulla bancarotta, irlandese (tutto quello che non ci ha già spiegato in merito Colin Farrell è qui). All'attivo due mogli, una figlia, una famiglia lontana, qualche sbarbina, moltissimo alcol, un terapista frustratissimo, altro alcol e scomodi ricordi di quelli che rasentano i sensi di colpa. Nessun pentimento stile che poi cambi la rotta, è più una redenzione da letto di morte. Un prototipo perfetto di maschio alfa che vorrebbe fare tutto quello che lo aggrada senza pagare nessuna conseguenza possibilmente. Non vi sembra una pretesa onesta? Come quei peccatori che all'ultimo vogliono la pacca sulla spalla da Dio. Mi sono sempre chiesta come gli riesca a tutti gli altri devoti di non incazzarsi, dopo una vita di amore e sacrificio, nel beccarsi all'ingresso trionfale anche lo scavezzacollo di turno che, diciamolo, non se lo meriterebbe. Ma è lo stesso, son cose anche qui con le istanze di enunciazione

Perché poi: chissenefrega. Da un punto di vista esistenziale: a chi cazzo frega? Ti scopi un'altra, non ti scopi un'altra, il pianeta continuerà a girare e tutti noi in questa stanza diventeremo polvere nel giro di sessant'anni. Ho visto mio padre morire, pisciarsi addosso mentre sboccava sangue. Ma no, continuiamo a parlare di quella volta che mi sono fatto fare un bocchino sulla terrazza di una discoteca da una redattrice della Penguin. Parliamone per mezz'ora. La volete sapere una cosa? Ogni volta che sganci un reggiseno e senti quel paio di tette sconosciute che ti cascano tiepide addosso, ti senti immortale. È come scrivere un libro. È come dare un bacio in fronte al padreterno, cazzo.

Ovviamente siamo di fronte a un tipo seduto sulla gloria, partiamo dal cinquantesimo piano per capirci. Scrittore di successo, sceneggiatore sulla cresta dell'onda, ma i guai monetari vanno risolti pena il lastrico e così si ritrova a dover accettare un prestigioso premio letterario che lo costringe a salutare momentaneamente la California in favore dell'Inghilterra. E da qui inizia tutta una questione di conti: col passato, con i soldi, con le famiglie, con l'accademia e con se stessi. 

Perché esiste un calcolo secondo il quale in sei mesi circa di lavoro si arriva alla prima stesura di un romanzo, lavorando quattro ore al giorno. Ora, per una semplice statistica casalinga ed introspettiva, senza un supporto matematico eccessivo, la questione è che il calcolo del tempo occupato tutte quelle seghe erano costate 2,25 libri in meno

E così è andata. Non ho capito bene se rappresenti la filosofia di vita che tutti vorremmo acchiappare ma solo alcuni sposano per conseguenze sociali oppure se la realtà sia che il principio in sé, come tutte le questioni spinte al massimo, calpestando la mezza misura, conduca all'inferno. Non ho capito nemmeno se il pregiudizio dietro le etichette sia a sua volta un pregiudizio verso una semplice estremizzazione di qualcosa, dunque un meta pregiudizio. Ma è roba altra. Si tratta di un romanzo, mi hanno raccontato una storia e me la prendo senza morale. Sarà il fascino di Marr. Confesso che ho subito.

Questo libro contiene tracce di Raymond Chandler.

John Niven, Maschio bianco etero, Einaudi, 2014.

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