(photocredit: gushitalia)
È una questione scivolosa e devo stare attento a non scivolare. Scivolare, ad esempio, nella retorica, nella condanna facile e scontata, nella banalizzazione, nella strumentalizzazione a fini politici. Prima di addentrarci nelle considerazioni, quindi, propongo la notizia così com'è. Nello storico liceo romano Giulio Cesare due professori di lettere hanno fatto leggere agli studenti Sei come sei di Melania Mazzucco, in cui si racconta l'amore omosessuale di due giovani calciatori. Le associazioni Giuristi per la Vita e Pro Vita Onlus hanno chiesto l'intervento della Procura di Roma e ieri mattina i gruppi di estrema destra Lotta Studentesca e Rotta di collisione hanno manifestato davanti al liceo con striscioni di protesta.
In Sei come sei, edito da Einaudi Stile Libero, Eva ha due padri, Christian e Giose. Il primo muore e la ragazzina, undicenne, viene affidata allo zio, perché Giose non ha nessun titolo legale che gli consenta di avere Eva in affidamento. La protagonista andrà così a cercare il padre, che nel frattempo si è ritirato in un casolare sull'Appennino. Il brano che ha attirato le critiche delle associazioni, ricevendo l'accusa di pornografia esplicita e attirando sui professori la denuncia di "divulgazione di materiale osceno", è quello in cui si racconta del rapporto avuto da Giose a sedici anni con un compagno di calcio, che in seguito gli costa un duro pestaggio. I movimenti hanno dunque preso la palla al balzo per fare un blitz al Giulio Cesare con striscioni tipo Maschi selvatici e non checche isteriche e Emergenza omofollia. La preside del liceo, Micaela Ricciardi, ha parlato di «strumentalizzazioni dell'estrema destra».
L'autrice in tutto ciò si è detta dispiaciuta, e ha aggiunto: «Leggere romanzi che parlano di cose reali e di temi anche complessi della nostra vita non ha mai corrotto nessuno. Il compito di un romanzo è anche quello di far riflettere sul mondo che ci circonda. A meno che non si voglia mettere in discussione il diritto di considerare i ragazzi delle persone capaci di intendere e di volere, e di formarsi delle opinioni». Gli studenti di Lotta Studentesca, invece, ribadiscono l'importanza dell'azione contro chi propone «modelli di vita deviati e perversi» e il responsabile dell'organizzazione, Andrea Di Cosimo, si augura che «romanzi del genere vengano eliminati definitivamente dalla scuola pubblica».
Ecco come sono andate le cose. Leggendo la notizia, ho subito pensato che questi sono i momenti in cui sento la mancanza di Pasolini, o di un Pasolini. Un'autorità indiscussa, pronta a sguazzare nel lago dei media per approfondire il caso, andare davanti al Giulio Cesare, farsi fotografare mentre discute con i ragazzi di Lotta Studentesca. In fondo si parla di letteratura, società, cambiamenti e scandali e non interpellare Pasolini sarebbe quasi irrispettoso. Pasolini però è morto nel 1975, noi tutti sappiamo come e perché. Possiamo stare qui a immaginare cosa avrebbe detto, mettendoci sulle sue spalle, parafrasando qualche suo vecchio intervento per adattarlo e sbandierarlo all'occorrenza. Io penso che servirebbe uno come lui perché lui questi episodi sapeva come sfruttarli a proprio favore e a favore della società. Perché in momenti come questo si fanno passi avanti o passi indietro. Mi viene in mente il freschissimo caso di Dani Alves del Barcellona. Un tifoso gli ha lanciato una banana come evidente gesto di scherno a sfondo razzista e lui, con totale indifferenza, ha raccolto il frutto e lo ha mangiato, battendo poi il calcio d'angolo. Nel mondo del calcio e sul web la solidarietà verso il giocatore si è fatta sentire attraverso l'hashtag #SiamoTuttiScimmie, con le foto di personaggi celebri e persone comuni intenti a mangiare anche loro delle banane.
Qualcuno penserà: che c'entra Dani Alves con la Mazzucco e Lotta Studentesca e l'omofobia? Con l'episodio della banana e con l'elegante reazione del calciatore, il risultato è stato su per giù questo: l'ignoto tifoso lanciatore è stato coglionato da tutto il mondo e il suo gesto è stato neutralizzato sia da Alves sia da tutti quelli che lo apprezzano e lo hanno apprezzato. Sembrerà una stupidaggine, ma mostrare la stupidità e l'inefficacia di un gesto del genere rappresenta un passo piccolo ma enormemente significativo a favore della lotta contro il razzismo nel mondo dello sport. Ora, a me le proteste del Giulio Cesare, così come il lancio della banana, sono parse assurde perché anacronistiche, fuori dal mondo. Pornografia? Diffusione di materiali osceni? Santo cielo, siamo stati il Paese dell'Indice dei libri proibiti e della censura preventiva, ma siamo nel 2014. Duemilaquattordici. Eppure è giusto he ognuno abbia le proprie idee e il diritto di manifestarle. Giuristi per la vita, Pro Vita Onlus, Lotta Studentesca e Rotta di Collisione, a occhio e croce, non rappresentano la totalità del Paese. Molti italiani forse la pensano allo stesso modo e sono d'accordo con la protesta contro la lettura di Sei come sei nelle scuole, ma molti altri (presumibilmente la maggioranza, quello che potremmo definire il sentir comune) ritengono che chi espone denuncia contro i professori e manifesta con quegli striscioni sia un po' come il tifoso che lancia la banana.
Non so, magari ho fatto male i conti, ho preso male le misure e ho frainteso la voce del popolo. Forse dipende tutto dal posto in cui vivi e la tua percezione è di conseguenza condizionata dal panorama che hai fuori alla finestra, che per te è l'unico orizzonte possibile, o perlomeno quello con cui fare costante riferimento. Purtroppo, o per fortuna, la penisola è lunga, e di orizzonti ce ne sono parecchi. E questa è l'epoca in cui la gente è consapevole della loro esistenza. Non c'è solo il Giulio Cesare di Roma, per dire. Checché se ne dica, gli italiani ormai vedono, sentono e vivono ben oltre la finestrella di casa. Qualcuno sarà ancora facilmente impressionabile da un libro come quello della Mazzucco, e nessuno potrà biasimarlo per questo. Ognuno è come è, del resto. Se queste notizie ci mettono agitazione e dubbio, però, basterà pensare che di fronte a esse molte altre persone stanno provando la nostra stessa perplessità. Ah, oddio, meno male, allora non ero solo io. No, tranquilli, siamo in molti.
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