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Spunta un manoscritto inedito di Gabo

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Giovedì scorso, 17 aprile, si è spento all’età di 87 anni nella sua casa di Città del Messico Gabriel García Márquez, Gabo per i suoi fan, scrittore di origine colombiana, premio Nobel per la Letteratura nel 1982, massimo esponente di quel realismo magico che ha fatto sognare milioni di lettori in tutto il mondo e portato la letteratura sudamericana al centro della scena letteraria. La rete si è immediatamente riempita di cordoglio e ogni lettore, noi compresi, ha voluto raccontare il proprio ricordo legato al grande scrittore.

La sera stessa sono andata a trovare una mia amica che ha da poco aperto una libreria, e lei mi ha raccontato un po’ stupita che quel mattino, appena aperto, aveva ricevuto una mail da un distributore che le proponeva dei titoli di Gabo. Durante la giornata però, dopo che tre o quattro clienti le hanno chiesto dei libri di García Márquez, lei stessa ha creato un angolo dedicato ai suoi libri.
Cosa c’è di male? In questi momenti al lettore affezionato viene voglia di riscoprire l’autore scomparso o di leggere l’unico titolo che ancora gli mancava, e a chi si riprometteva di leggerlo da sempre, questo sembra il momento migliore per cominciare a farlo

Non stupisce dunque che a pochi giorni dalla morte, si cominci già a parlare di un inedito. Secondo quanto raccontato martedì scorso alla Associated Press da Cristobal Pera, direttore editoriale della Penguin Random House Mexico, esisterebbe un manoscritto che Gabriel García Márquez avrebbe deciso di non pubblicare mentre era in vita. La famiglia non avrebbe ancora deciso se pubblicare il libro postumo, né tantomeno a quale editore cedere i diritti. 

Il manoscritto si intitola En Agosto Nos Vemos (Ci vedremo in agosto) e un estratto è già stato pubblicato dal giornale spagnolo La Vanguardia: racconta la storia di Ana Magdalena Bach, una cinquantenne sposata che ogni anno da vent’anni, nello stesso giorno, si reca in viaggio da sola per visitare la tomba della madre su un’isola tropicale. Il brano pubblicato, che farebbe parte del capitolo iniziale, racconta di un’avventura che questa donna ha con un uomo nell’hotel dove alloggia. (Se leggete lo spagnolo, lo potete trovare qui). 

Da quanto riporta il Guardian il suo biografo Gerald Martin si è dichiarato sorpreso dalla notizia: l’ultima volta che aveva parlato con García Márquez di quella storia, infatti, si trattava di una short story da includere in una raccolta insieme ad altri tre racconti, mentre secondo le indiscrezioni si tratterebbe di un romanzo che narra le avventure che la donna vive ogni anno in occasione del viaggio. La stesura risalirebbe al periodo in cui García Márquez stava lavorando al suo ultimo romanzo, pubblicato nel 2004 e uscito in Italia per Mondadori nel 2005 con il titolo Memoria delle mie puttane tristi. Già l’anno successivo, Gabo avrebbe confessato allo scrittore messicano Homero Aridjis che non avrebbe più scritto. A lungo sulla rete si erano susseguiti annunci e smentite sul suo stato di salute, ma la notizia era poi stata resa ufficiale a luglio 2012 dal fratello di Garcia Marquez: Gabo soffriva di una demenza senile che gli avrebbe impedito di scrivere nuovamente. 

Facile dunque immaginare che i suoi fan, rattristati dalla perdita e a digiuno dal 2004, possano essere eccitati all’idea di mettere le mani su un suo nuovo romanzo. Impossibile non porsi però la solita domanda, trita quanto volete ma pur sempre necessaria: se Marquez decise in vita di non pubblicare quel testo, per ragioni che solo lui può conoscere, è giusto che questa cosa venga fatta dopo la sua morte, non rispettando (o quantomeno non conoscendo) la sua volontà? Agli eredi di Gabo l’ardua sentenza. 

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