In genere i colleghi si evitano. Se chiedete a un avvocato, per esempio, vi dirà che non vorrebbe mai come partner qualcuno che eserciti la sua stessa professione. Idem per i medici, i giornalisti, eccetera. La scusa che si cita più spesso è quella che si finirebbe col parlare del proprio lavoro anche in casa. In realtà, probabilmente si teme la concorrenza, si vogliono evitare le tensioni che gelosie e invidie scatenerebbero, ma sarebbe davvero così male? Naturalmente, ci sono delle eccezioni e, quando avvengono, soprattutto in campo letterario, spesso portano non solo a grandi sodalizi affettivi, ma anche professionali. Eccone qualche esempio tratto da un articolo dell'Huffpost:
Vladimir Nabokov e Véra Nabokov sono stati sposati per 50 anni senza separarsi mai. Vera era una donna brillante e il suo contributo all'opera del marito è innegabile: era la prima, infatti, a leggere le opere del marito, e contribuì a perfezionarne la prosa impeccabile. Spesso lo aiutò anche nelle trattative con gli editori e, soprattutto, gli impedì di mandare al macero la prima stesura di Lolita, la sua opera più famosa.
Un'altra coppia famosissima è quella formata da Francis Scott Fitzgerald e Zelda Sayre Fitzgerald; il primo famoso per aver scritto Il grande Gatsby e per la sua dipendenza dall'alcol, la seconda, scrittrice anche lei, per i suoi disturbi mentali. Insomma, una bella coppia. Eppure, nulla di tutto ciò minò la carriera di entrambi. Sebbene si trattasse di due personalità ingombranti, il loro lavoro fu ispirato dalla loro unione e non soffocato. Il supporto di Zelda fu molto importante per Francis, anche se qualche volta lui rubacchiò dal lavoro della moglie, pescando qualche brano dal suo diario, provocando di conseguenza il suo risentimento. Al contrario, quando Zelda scrisse il suo romanzo Save Me the Waltz, Fitzgerald fu molto critico nei suoi confronti e la costrinse a riscriverlo. Ma, per quanto tormentato e vulcanico, il loro sodalizio è certamente uno dei più famosi nella storia della letteratura.
Spostiamoci in Inghilterra con Virginia Woolf e Leonard Woolf. Forse in pochi ricordano che anche Leonard Woolf fu uno scrittore, nonché editore e uomo politico; questo perché le sue opere vissero nell'ombra di quelle più famose e apprezzate della moglie. Fu, per tutta la sua vita, l'eterno vedovo di Virginia, anche perché le sopravvisse molti anni. Ma, durante gli anni del loro matrimonio, fu paziente, aiutò e supportò Virginia nei momenti bui, per questo prima di buttarsi in quel fiume Virginia scrisse:
Carissimo, sono certa che sto impazzendo di nuovo. Sono certa che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. Comincio a sentire voci e non riesco a concentrarmi. Quindi, faccio quella che mi sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la più grande felicità possibile. Sei stato in ogni senso tutto quello che un uomo poteva essere. So che ti sto rovinando la vita. So che senza di me potresti lavorare e lo farai, lo so… Vedi non riesco neanche a scrivere degnamente queste righe… Voglio dirti che devo a te tutta la felicità della mia vita. Sei stato infinitamente paziente con me. E incredibilmente buono. Tutto mi ha abbandonata tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinare la tua vita. Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi.
Passiamo, adesso, a una coppia dei nostri giorni: Zadie Smith e Nick Laird. Il marito sostiene di averla scoperta, quando, ai tempi del college, si trovò a correggere la bozza di un suo piccolo racconto e si rese conto della sua bravura. All'inizio della loro amicizia si trovarono a competere per lo stesso premio letterario; oggi hanno due carriere parallele, infatti anche Laird gode di un discreto successo come poeta e come romanziere. Ecco uno dei casi più rari, quello in cui due persone di talento non si oscurano a vicenda, ma anzi favoriscono lo sviluppo delle loro reciproche carriere.
Nell'articolo dell'Huffpost sono citate altre coppie come Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir, Stephen e Tabhita King, Percy Bysshe Shelley e Mary Shelley, ma vorrei concludere parlando di una coppia italiana formata da due scrittori con due personalità controverse: Dino Campana e Sibilla Aleramo. SIbilla era di quasi 10 anni più grande e quando incontrò Dino Campana era già famosa per aver pubblicato il romanzo Una donna, manifesto per decenni del femminismo italiano. Eccentrica e fatale, ebbe relazioni con buona parte della letteratura italiana. Quando lei e DIno s'incontrano lei ha già quarant'anni e lui ha da poco pubblicato i suoi Canti Orfici. Sibilla resta incantata dai versi del poeta e gli scrive:
Chiudo il tuo libro, le mie trecce sciolgo.
Tra i due nasce una passione profonda, sin dal loro primo incontro. Lui, però, non sta bene, ha la sifilide e ormai la malattia ha compromesso le sue facoltà mentali. Sibilla lo seduce, lui impazzisce di gelosia per quella donna che frequenta decisamente troppi uomini. Questo non farà che peggiorare la salute del poeta che, nei momenti peggiori, arriverà persino a picchiare l'amata dopo averle fatto confessare i numerosi tradimenti. Lei è forte, lui è debole. L'amore di Dino per Sibilla è incontrollato e incontrollabile. Più volte Sibilla, impaurita dalle ossessioni e dall'ira di Dino, cercherà di allontanarsi, di non rivederlo, fomentando così la follia di quel fragile poeta. In molti hanno accusato la Aleramo di essere stata cinica e d'aver peggiorato le condizioni di Campana, ma nulla, nei suoi scritti, nelle sue lettere, fa pensare che ella non lo abbia realmente e profondamente amato. Quando lei smise di cercarlo, Campana fu rinchiuso in un manicomio fino alla sua morte nel 1932. In questo caso, non possiamo parlare di un'unione fertile: Campana, infatti, dopo i Canti non scrisse più nulla. Resta però la testimonianza di un amore; forse anche sbagliato, ma sempre d'amore si tratta.
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