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Paul Auster, J. M. Coetzee | Qui e ora

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Nell'era accelerata del digitale, delle distanze colmabili e della messaggistica istantanea, come nasce il legame tra due scrittori? Con Qui e ora Paul Auster e J. M. Coetzee offrono una risposta dalla veste anacronistica ma efficace, recuperando l'illustre e antica tradizione della corrispondenza epistolare e, con essa, il tempo lento, disteso e meditato della dissertazione. 

quieora Paul Auster, J. M. Coetzee | Qui e oraIl primo, scrittore e sceneggiatore prolifico, vive a Brooklyn; il secondo, professore taciturno di origini sudafricane, in Australia. Ma è sufficiente l'incontro a un festival nel 2008 per trasporre sul piano concreto un'affinità di spiriti nata con la lettura incrociata delle rispettive opere: ha inizio così uno scambio di lettere che si protrarrà per tre anni, intervallato da incontri dal vivo, difficoltà logistiche (alcune lettere andranno perse, altre arriveranno a destinazione con notevole ritardo), malattie e viaggi, ma mai interrottosi veramente. 
Attraverso temi affrontati e toni adottati si segue passo dopo passo l'evolversi del rapporto tra i due autori. Le prime lettere, focalizzate sulla concezione dell'amicizia come frutto della stima che è il motore dei rapporti umani - «le amicizie migliori e più durature sono basate sull'ammirazione. Questo è il sentimento di base che alla lunga collega due persone» – si aprono al dibattito sull'etica e l'estetica dello sport e della competizione nella società moderna. Non mancano gli spunti di analisi della situazione politico-economica contemporanea, dall'assurdità della crisi che rende poveri a causa di numeri astratti alla violenza del conflitto arabo-palestinese.

Progressivamente si fa strada il lato intimo e, tra le allusioni al comune amore per Beckett, aumentano gli aneddoti e i riferimenti alla pratica della scrittura: i turbamenti di Coetzee di fronte alle critiche indicative del venir meno della complicità autore-lettore, la fede di Auster nell'inutilità dell'arte («siamo umani nel senso più profondo e potente quando facciamo qualcosa per il puro piacere di farlo»); lo scetticismo nei riguardi della politica commerciale di Amazon e delle nuove frontiere del libro interattivo («Ma leggere non è l'arte di vedere le cose da soli, o evocare le immagini nella nostra testa?»); la questione di quanto la realtà influenzi l'ispirazione e la consapevolezza che non si potrà continuare a scrivere per sempre. E poi, inevitabilmente, la vita privata: i cenni sempre ammirati di Auster alla moglie Siri Hustvedt, la terribile insonnia di Coetzee, le preoccupazioni reciproche. In una delle sue ultime lettere Auster annota:

Ci scriviamo da quasi tre anni, ormai, e in questo periodo sei diventato quello che definirei un "altro assente", una specie di cugino adulto degli amici immaginari che si inventano i bambini, Ho scoperto che spesso mentre cammino parlo mentalmente con te, dolendomi che non sia qui perché non potrei indicarti la persona dall'aria strana che mi è appena passata vicino sul marciapiede, commentare il frammento di conversazione che ho appena orecchiato o farti entrare nella piccola panineria dove spesso vado a prendere il pranzo, per ascoltare insieme i discorsi che si fanno lì dentro.

Al di là delle tematiche e della ­- diversa ­- fluidità stilistica, l'aspetto che forse colpisce di più della raccolta è proprio il contrasto tra il «Caro Paul» e il «Caro John» che, pur nel'affetto reciproco, appaiono così diversi l'uno dall'altro. I discorsi di Auster, straripanti di digressioni sul mondo del cinema, di riferimenti a cene con Roth o resoconti di incontri casuali con personaggi famosi, confermano il ritratto di un letterato viveur molto attivo e fisicamente presente al suo ambiente. A lui si contrappone il Coetzee insonne, vegetariano e astemio, ai margini di qualsiasi mondanità intellettuale, dotato di una rigorosa prospettiva analitica che spesso stride con la propensione di Auster a saltare da un argomento all'altro divagando. 

Con le loro differenti personalità, Auster e Coetzee sono complementari: il loro interagire offre interessanti chiavi di lettura dei fenomeni contemporanei, una galleria di pensieri e immagini che, oscillando tra l'analitico e l'aneddotico, introduce nel mondo letterario dei nostri giorni da una prospettiva interna. Perché, tra un festival e un viaggio, il mestiere di scrivere rimane nella sua essenza una prigione - «il mondo è ai suoi piedi, eppure eccolo lì, ogni mattina alle otto e mezzo, che apre la porta della sua cella»: e la sola consapevolezza di condividerla con qualcuno può generare legami autentici, checché ne dicano i Nemici di penna.

Paul Auster, J.M. Coetzee, Qui e Ora, Einaudi, 2014, 248 pp., 19,50 euro

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