Quando cinque anni fa ho scoperto l’esistenza di Nobrow, ho pensato senza esitazione che nella vita avrei voluto essere loro. Si tratta di un piccolo editore indipendente londinese che dal 2008 produce prodotti di una qualità altissima e dà spazio ad autori esordienti che secondo i loro standard - che guarda caso sono anche i miei – “meritano di essere pubblicati”. Non so voi, ma mi risulta impossibile sfogliare il loro catalogo senza che un raptus li-voglio-avere-assolutamente-tutti mi colga.
Tra i loro validissimi autori c’è anche il giovane Luke Pearson, creatore di Hilda, una bambina dai capelli blu amante dell’avventura che vive in un mondo incantato. Quando Luke nel 2010 ha disegnato la prima storia di Hilda aveva solo 23 anni e dato il successo che ha avuto, ha continuato a disegnarne altre con la frequenza di un volume all’anno. Bao Publishing – che ormai sembra sempre di più non sbagliare un’uscita – ha pubblicato in Italia i primi due volumi, dopo Hilda e il Troll uscito lo scorso gennaio, è adesso disponibile anche Hilda e il Gigante di Mezzanotte.
Il fatto che la protagonista della storia sia una bambina porta spesso a dare per scontato che si tratti di un racconto per i più piccoli, ma – o io sono regredita, o queste storie non sono sono affatto per bambini. Dalla lotta per la sopravvivenza tra specie diverse, alla relatività del bene e male fino al rapporto conflittuale con una natura dura e indifferente, i temi affrontati da Pearson mi ricordano più Leopardi e alcuni filosofi di fine '700 che la letteratura per bambini. Aggiungiamo (spoiler!) che alla fine del secondo volume succede una cosa piuttosto brutta (e non aggiungiamo altro).
Il mondo di Hilda è popolato da creature magiche, dal suo fedele amico Twig – una sorta di piccola volpe cornuta, variante del jackalope - dall’omino di legno che passa da casa di Hilda per scaldarsi, dai troll (che conosce nel primo volume) e dai giganti e dalle creature invisibili (del secondo). La particolarità di questo mondo è che questi sono gli unici amici di Hilda: escludendo la madre che vive con lei, non ha famiglia o amici umani. Come lei e sua madre siano finite in un mondo incantato non è dato saperlo, ma una dettagliata mappa all’inizio del primo volume ci dà un’idea della sua vastità: tra la foresta dei pini blu e la piscina rocciosa, questo sembra essere lo scenario perfetto per una bambina in cerca di avventure.
Io dico, come ci si può far scappare una storia del genere, per la quale Bao nel suo catalogo ha dovuto addirittura creare la categoria “Bambine Furbissime”? Farlo significherebbe automaticamente non esserlo!
Luke Pearson, Hilda e il troll, Bao Publishing, 40 pp, 14 Euro
Luke Pearson, Hilda e il gigante di mezzanotte, Bao Publishing, 48 pp. 14 Euro
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