
Breve riassunto della situazione in Ucraina fino ad oggi: Aaaaaaaaaaaaaaahhhhh. Ora la parte seconda.
Tutto inizia nel novembre del 2013 quando il presidente ucraino si rifiuta di firmare un accordo tra l'Ucraina e l'Unione Europea… perché lo fa? Perché preferisce i soldi di Mosca.

A Kiev la gente comincia ad andare in piazza, per protestare contro le decisioni del governo. Principalmente in piazza Nezalezhnosti, ah, piccola nota. I giornali italiani continuano a parlare di piazza Maidan… solo che Maidan vuol dire "piazza" in ucraino. Non so l'ucraino, ma basta Google per capirlo.

Il governo manda la polizia in assetto anti-sommossa, i manifestanti rimangono. Iniziano le botte e i morti. C'è poco da dire su questa parte e sulla guerriglia di piazza che c'è stata fino a fine febbraio. Le violenze, i morti… Il 22 febbraio la situazione precipita ancora di più e il presidente Yanukovych se ne scappa (da Kiev e dalla sua villa portentosa) verso la russia, dove riceve asilo. Intanto a Kiev viene eletto un nuovo presidente.
Ora, il punto è che l'Ucraina è fondamentalmente divisa in due, come vedete qui sotto, c'è una metà gialla che parla in ucraino e una metà blu che parla in russo e, indovinate un po', è filo-russa… quindi queste persone non hanno preso bene il fatto che il nuovo presidente ucraino sia filo-UE. I dati si riferiscono alle ultime elezioni, ma danno l'idea della spaccatura socio-culturale.
Ukraine divided
Come sappiamo, l'Ucraina faceva parte dell'URSS fino al 1991, e per chi è nato 30 anni fa non c'era molta differenza tra "Ucraina" e "Urss", però ora, questa gente che parla russo vede l'EU come un problema. Putin passava di lì e ha pensato bene di… come dire… "proteggere i filo-russi" che si trovano in Ucraina. Aggiungete due tasselli e poi arriviamo al libro: primo tassello, la Crimea è una repubblica autonoma all'interno dell'Ucraina e, secondo tassello, la Russia ha le basi navali a Odessa, in Ucraina. Questo per capire quanto è stato facile per l'esercito russo entrare in Ucraina: c'era già.

Da ieri, 2 marzo, Putin ha ricevuto l'autorizzazione del parlamento russo all'impiego di truppe in Ucraina. L'Ucraina sta richiamando i riservisti. Sono iniziati i colloqui con le amabasciate e i ministri degli esteri di Europa, Francia e Germania. Dal canto suo, anche Renzi ha detto che così non gli va.

Intanto in Crimea i manifestanti pro-Russia, quando non si scontrano con quelli pro-EU, assaltano i palazzi governativi e issano la bandiera russa. Ok, ma perché vi ho parlato di tutto questo? Perché nel 1854 Tolstoj si trovava in Crimea, a Sebastopoli. Era lì in quanto ufficiale d'artiglieria. Il buon Lev ha visto gli orrori della guerra in prima persona (una città sotto assedio per un anno, quasi) e quando è tornato a casa ha scritto I racconti di Sebastopoli, da cui leggiamo:
Ma caliamo subito il sipario su questa scena molto avvilente. Domani, oggi stesso forse, ognuna di queste persone allegramente e con orgoglio andrà incontro alla morte e morirà con fermezza e serenità; ma l'unica consolazione della vita in queste condizioni, che incutono terrore anche nella più fredda immaginazione, condizioni di assenza di tutto ciò che è umano e di ogni speranza di poterne uscire, l'unica consolazione è l'oblio, l'annientamento della coscienza. Nel fondo dell'anima di ognuno è riposta quella nobile scintilla che ne fa un eroe; ma questa scintilla si stancherà di brillare, verrà il momento fatale, e allora divamperà come una fiamma e illuminerà imprese grandiose.
Basta guerra. Buona settimana.
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