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Due poesie di Saffo scoperte in un papiro del III secolo

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È racchiusa in un frammento di papiro del III secolo d.C. una delle scoperte più importanti per tutti gli appassionati e studiosi del mondo classico. A compierla è stato il professor Dirk Obbink dell'università di Oxford, che ha ricevuto da un anonimo collezionista di Londra il frammento su cui erano custoditi due poemi inediti della poetessa greca Saffo. 

L'evento, di pochi giorni fa, assume una portata sensazionale nella storia della letteratura classica. Saffo è stata una delle più misteriose e sfuggenti poetesse della Grecia antica, sicuramente tra le più affascinanti per quanto riguarda la sua poetica, incentrata sul tema della passione amorosa e del suo tormento inarrestabile. Tuttavia, della sua opera, suddivisa dagli studiosi della biblioteca di Alessandria in otto o forse nove libri, non ci sono pervenuti che quattro frammenti, a eccezione dell'Inno ad Afrodite, componimento conservato integro dalla tradizione e che apre il primo libro dell'edizione alessandrina delle opere della poetessa.

Da oggi, quindi, si aggiungono due nuovi componimenti che, secondo Obbink, contribuiscono non poco a ciò che si sa riguardo il valore della tecnica poetica di Saffo. Anche in riferimento all'autenticità, il professore non ha alcun dubbio, e sarà pronto a illustrare la sua scoperta in maniera esauriente in un articolo che verrà pubblicato in primavera su una rivista accademica, ma intanto è possibile seguire gli sviluppi della discussione già attraverso la versione online

Secondo il professor Albert Henrichs, che ha esaminato i frammenti insieme a Obbink, «la scoperta è assolutamente mozzafiato e il contenuto è altrettanto emozionante». In una delle due poesie, infatti, si parla di Charaxos e Larichos, considerati da fonti antiche come i fratelli di Saffo. Anche se, alla luce di queste informazioni, il nuovo poema è stato etichettato come Brothers da Obbink, il professor Henrichs fa notare come dagli scritti di Saffo non si abbia la certezza che i due possano essere fratelli della poetessa. Controversie a parte, potete leggere una prima traduzione del poema sul sito del Guardian, in cui Saffo, speranzosa, auspica il ritorno di Charaxos (o Carasso) da un viaggio per mare: un lieto fine che per lei non è così scontato. La poetessa, con i suoi versi, si rivolge e si affida incondizionatamente agli dèi, gli unici a disporre della vita e della morte degli uomini, e chiede al pubblico di pregare Hera, in modo che Charaxos possa tornare a casa con la sua nave intatta. Il poema termina con la speranza che l'altro (presunto) fratello, Larichos, possa presto diventare presto un uomo, fugando così ansie e preoccupazioni dall'animo di Saffo. 

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