
(photocredit: ilsecoloxix)
Dell'anno appena trascorso ricorderemo tanti fatti letterari, ma uno su tutti ha attirato l'attenzione anche dei babbani più distratti. Mi riferisco ovviamente al romanzo che JK Rowling ha pubblicato in segreto nascondendosi dietro lo pseudonimo di Robert Galbraith, per venire poi smascherata a causa di un volgare passaparola tra addetti ai lavori. In tanti non hanno abboccato alla storia, né si sono fatti condizionare dalla rabbia della diretta interessata, che è stata comunque accusata di aver architettato tutta la messinscena per gonfiare le vendite di quel libro che, senza il suo nome, aveva venduto appena 1500 copie (risultato che, è giusto ricordarlo per l'ennesima volta, attesta comunque un apprezzamento obbiettivo per l'opera dello sconosciuto Robert Galbraith). La vicenda del tradimento, inventata o vera che sia, ha mostrato contorni romanzeschi e ancora oggi non smette di offrire nuovi elementi.
Il colpevole, com'è noto, non è il maggiordomo ma un avvocato, che dopo aver spifferato all'amica di sua moglie la vera identità dell'autore di Il richiamo del cuculo si è beccato una multa di 1000 sterline per violazione della riservatezza. Christopher Gossage, questo il nome del chiacchierone, ha anche ricevuto un rimprovero scritto dalla Solicitors Regulation Authority, in barba alla sua giustificazione di aver parlato «in confidenza con qualcuno di cui si fidava implicitamente» (lo stesso qualcuno che non ha esitato a twittare la bella notizia, facendo imbufalire la Rowling). L'autrice, infatti, non ha tollerato la fuga di notizie, sia perché causata da un membro del suo entourage di avvocati, sia perché neanche i suoi amici più intimi erano al corrente della sua pubblicazione sotto pseudonimo. In fin dei conti voleva solamente riprovare il brivido dell'esordio e raggiungere i lettori senza affidarsi alla rendita di Harry Potter.
Oltre al danno la beffa, cioè il sospetto che fosse tutto apparecchiato dalla stessa Rowling o dall'editore, perciò gli avvocati della Russel solicitors, di cui Gossage fa parte, hanno dovuto subito chiarire che la notizia era stata rivelata a causa di un loro uomo e non dall'autrice. JK ha citato in giudizio Gossage e Judith Callegari, l'amica della moglie dell'avvocato che ha fatto finire la bomba sul Sunday Times, e i colpevoli hanno pagato per la loro indelicatezza. La somma è stata donata all'organizzazione Soldiers Charity che si supporta i militari in attività e in pensione e le loro famiglie. La Rowling ha anche devoluto in beneficenza le royalties del romanzo all'associazione, che l'ha aiutata nelle ricerche per dare forma al protagonista di Il richiamo del cuculo, l'ex-militare Cormoran Strike, il quale tornerà presto in un nuovo capitolo. Anche se JK Rowling ha perso l'occasione di tornare a essere una scrittrice "normale", mi piace immaginare che la favola di Robert Galbraith prosegua intatta, come se si trattasse di una delle tante magie di cui i potteriani ormai non possono più fare a meno.
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