
OGGETTI Ogni oggetto che sia stato toccato dal corpo dell'essere amato diventa parte di questo corpo e il soggetto vi si attacca appassionatamente
(Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso)
Jane Austen ha grandi occhi scuri, la bocca minuta e il volto rotondo nel ritratto ad acquerello che Sotheby's ha battuto all'asta per la cifra netta di 135.000 sterline (all'incirca 220.000 dollari, o 160.000 euro, o circa 27.000 galeoni d'oro harrypotteriani). La cifra è senza dubbio notevole, ma comunque di poco inferiore alle stime preventive della casa d'aste, che aveva piazzato il ritratto fra le 150 e le 200mila sterline.
Credo che il lettore accanito sia sotto sotto un feticista. Quando la passione per i libri supera una certa soglia critica, il paperback non basta più: si iniziano a cercare le copertine rigide, le edizioni autografate, e poi ancora le prime edizioni, le prime edizioni autografate. O la prima edizione in tiratura bassissima del primo romanzo scritto sotto falso nome dallo scrittore che ora si vocifera sia indirizzato al Nobel. Cose così, insomma.
Dev'essere qualcosa che ha a che fare con l'affinità che si crea fra chi legge e chi scrive, tramite il libro. Ma se il lettore è in carne ed ossa, spesso lo scrittore è un'immagine ideale che si affresca nella mente del primo quando il suo cuore risuona con le pagine e l'inchiostro. Frase inutilmente ariosa, quest'ultima, per dire che spesso si ha voglia di qualcosa di tangibile su cui far condensare quel che leggiamo dentro alla nostra testa. Alla fine, ogni lettore è un giovane Werther che vede nel libro una cosa amata, così come Werther ritrova tutto il suo amore per Carlotta nel nastro che quest'ultima gli regala. Mi fermo qui con le analogie.
Il punto è che l'immagine di Jane Austen è un affare delicato, e questa non è la prima volta che il suo ritratto suscita discussione. Il ritratto venduto da Sotheby's venne commissionato da James Edward Austen-Leigh, nipote della scrittrice, a James Atwood nel 1869, a distanza di più di cinquant'anni dalla morte di lei. L'immagine ora "canonica" di Jane Austen proviene da un disegno della sorella Cassandra (che trovate in testa all'articolo). Questo ritratto domestico, non proprio indimenticabile, rappresenta ancora oggi l'unica immagine attendibile della scrittrice.
Sull'uso di questa immagine è nata di recente una polemica che di certo non è passata inosservata ai lettori più accaniti di Jane Austen: lo scorso luglio dagli uffici della Bank of England venne svelata al pubblico la nuova banconota da 10 sterline. L'occasione era importante, poiché dopo la rimozione di Elizabeth Fry dalla banconota da 5 sterline, non era rimasta più alcuna donna a rappresentare il sesso femminile sulle facce delle banconote inglesi. Pur nella generale approvazione riguardo alla scelta del personaggio, non mancarono le critiche: Paula Byrne, autrice di The Real Jane Austen, sostenne che il volto della scrittrice era stato imborghesito e addolcito fin troppo nel passaggio sulla filigrana. Secondo Byrne, il volto "focolare" che compariva sulle dieci sterline andava a cozzare malamente contro lo spirito acuto e mordace dell'autrice di Orgoglio e Pregiudizio. L'immagine scelta per la banconota era un "abbellimento di epoca vittoriana", la faccia di una "bambola dagli occhi grandi" che non faceva fede alla vera Jane Austen, autrice di satira affilata e dai toni non sempre solari.
Alla Byrne fece eco la risposta della scrittrice Joanna Trollope, più pragmatica: "Questo ritratto venne commissionato cinquant'anni dopo la morte di Jane Austen, perciò sarebbe implausibile attribuirgli troppa fedeltà. Nonostante ciò, questo è tutto ciò che abbiamo, e la sua mancanza di pretenziosità si addice alla nostra prima grande novellista debitamente riconosciuta".
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