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Gli incipit preferiti dagli scrittori

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Chi ben comincia è a metà dell'opera, si dice così; non c'è dubbio che sia vero, soprattutto se parliamo di incipit letterari. Le prime 5 righe sono fondamentali, l'autore deve sedurci, accattivarsi la nostra attenzione. Naturalmente ci sono le eccezioni, ci sono libri che partono male solo perché si fanno scoprire un po' più avanti, ci mettono alla prova come a dire: "Vediamo se ce la fai, vediamo se ti arrendi."

E poi ci sono quelli che partono male e continuano anche peggio, lì ognuno di noi deciderà sul da farsi. Resta il fatto che un buon incipit è sempre un buon biglietto di presentazione, come la prima volta che vedi qualcuno e subito ti fa una bella impressione.

Noi di Finzioni avevamo già trattato questo argomento in una Top 5 , stavolta, però, grazie a un articolo trovato su The Atlantic, saranno gli scrittori a dirci quali sono i loro incipit preferiti, conosciamone qualcuno:

Jonathan Franzen dice di preferire l'incipit de Il processo di Kafka:

Qualcuno doveva aver diffamato Josef K. , perché senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato.

Secondo Franzen la chiave di tutto il romanzo è tutta in queste poche parole con le quali Kafka vuol suggerirci che ci troviamo di fronte ad un innocente e che il colpevole è qualcun altro.

David Gilbert invece ripesca Moby Dick di Melville e il suo lapidario incipit, in grado, dice, di fargli ancora gelare il sangue nelle vene:

Chiamatemi Ismaele.

Lydia Davis si butta su l'Ulisse di Joyce:

Solenne e paffuto, Buck Mulligan comparve dall'alto delle scale, portando un bacile di schiuma su cui erano posati in croce uno specchio e un rasoio.

Jonathan Santofler sceglie Lolita di Nabokov:

Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta.

Magnifico gioco di sillabe, indimenticabile.

Ron Carlson afferma che lo stile di Hemingway è chiaro sin dalle prime battute; il suo essere ricco di dettagli ci offre una visione reale di ciò di cui parla. Tra i lavori di Hemingway sceglie il racconto La breve vita felice di Francis Macomber:

Era già l'ora di pranzo e tutti si accomodarono all'ombra dei risvolti della tenda da pranzo fingendo che nulla fosse accaduto.

Come avete visto i classici vincono sempre, in effetti è dura combattere contro degli inizi così folgoranti ed anche io pesco tra loro con l'incipit de Il barone rampante di Calvino:

Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l'ultima volta in mezzo a noi.

Ma, anche qualcosa più vicino a noi come l'incipit de La versione di Barney di Mordecai Richler:

Tutta colpa di Terry. È lui il mio sassolino nella scarpa. E se proprio devo essere sincero, è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata.

Adesso ditemi i vostri, sono sicura che tirerete fuori delle chicche strepitose!

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