Quantcast
Channel: Finzioni Magazine
Viewing all articles
Browse latest Browse all 3302

I cinque finalisti del Premio Strega

$
0
0
strega

Ce li abbiamo. Da ieri sera sappiamo finalmente i nomi dei cinque autori che si confronteranno per il Premio Strega 2013. Chiamatela "cinquina" (anche se a me questa parola rimanda sempre a uno schiaffo in faccia), oppure Magnifici Cinque, Fantastici Finalisti, Compagnia dello Strega. Quello che conta è che da qui alla finale del 4 luglio ne vedremo delle belle. 

Suppongo che i nomi li sapete già: Alessandro Perissinotto con Le colpe dei padri (Piemme), 69 voti; Walter Siti con Resistere non serve a niente (Rizzoli), 66 voti; Romana Petri con Figli dello stesso padre (Longanesi), 49 voti; Paolo Di Paolo con Mandami tanta vita (Feltrinelli), 45 voti; Simona Sparaco con Nessuno sa di noi (Giunti), 36 voti. Rispetto all'edizione dello scorso anno, mancano all'appello editori del calibro di Mondadori, Einaudi e Newton Compton, mentre, dando un'occhiata alla lista dei dodici finalisti da cui sono stati prescelti ieri i Cinque che si azzufferanno per chi dovrà attaccarsi alla bottiglia, vediamo che rimangono a casa Dalai e Aldo Busi con El especialista de Barcelona, minimum fax e Paolo Cognetti con Sofia si veste sempre di nero, e/o e Alessandra Fiori con Il cielo è dei potenti, e poi Fazi, Fandango, Marsilio, Voland. Giusto per continuare le statistiche, nel 2012 tra i finalisti l'unica donna era Lorenza Ghinelli, mentre stavolta la rappresentanza femminile è raddoppiata. Le settimane che ci separano dalla finalissima saranno, come sempre, infuocate, tra carta stampata, blog e tweet, e chissà se anche stavolta non ci sarà una querelle alla Carofiglio-Ostuni, giusto per divertirsi un po', eh. 

Che poi ogni anno in periodo Strega si mormorano sempre le stesse polemiche: i finalisti fanno pena e tolgono il posto a un sacco di altri bei libri, si sa già in anticipo chi vince e la finale è tutta una buffonata, gira che ti rigira vincono sempre gli stessi, è un premio bacucco, gli Amici della Domenica sono una lobby, ma chi sono questi "lettori forti"?, Tullio De Mauro dice dice, ma alla fine resta tutto uguale, eccetera eccetera. Quest'anno, intanto, la proclamazione della cinquina è avvenuta per la prima volta in diretta streaming, il che non è affatto male. Ormai se non metti il naso dentro Twitter perdi automaticamente una fetta abbondante di lettori, perciò se lo Strega comincia a parlare quella lingua lì vuol dire che può ancora imboccare la strada buona. Avrà pure i suoi difetti, ma secondo me il Premio Strega – come gli altri premi e grandi festival letterari – ha un merito importante: permette ai libri di diventare una notizia. Per carità, spesso e volentieri il livello di letterarietà lascia a desiderare e bene o male tutto serve solo a impolpare le vendite dei soliti noti, ma è bene ricordare che siamo in un Paese che non legge, in cui i lettori sono una nicchia. In queste poche settimane, invece, i libri finiscono nei titoli dei telegiornali e nelle prime pagine dei quotidiani. È un miracolo di breve durata, al punto che può sembrare illusorio, e forse lo è. Io voglio illudermi e sperare che invece siano tanti minuscoli passi verso un futuro in cui, in Italia, leggere e parlare di libri non sarà più roba per pochi.

L'articolo I cinque finalisti del Premio Strega sembra essere il primo su Finzioni.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 3302

Trending Articles