
Illustrazione di Alessio Sabbadini
Party girl assoluta, twenty-something col look da ragazzina emo-punk, voce roca e i modi di una sessantenne col filo di perle. Nel lavoro e nella vita mischia alto e basso con totale disinvoltura: i grandi classici con Lady Gaga, gli snobbissimi Adelphi con la posta di "Cioè", il gel sui capelli con la pudicizia di una donna d'altri tempi. Adorata da donne e uomini, dagli scrittori con cui lavora e dagli amici, è l'oliva nel tuo martini quando avevi perso ogni speranza. Lavora con la redazione di letteratura italiana della Mondadori, e si vede perché in questa intervista non c'è neanche una ripetizione.
Nome: Alessandra Maffiolini
Età: Per poco, ancora 29 (ma non ne dimostro più di 25, giuro)
Lavoro: Redattrice freelance per la redazione di Narrativa Italiana di Mondadori
Sito/blog/Twitter: Giammai. Morte a Videodrome!
Come sei finita a fare quello che fai?
Dopo due anni a scrivere di vecchiette scippate in bicicletta e di gatti sugli alberi salvati dai pompieri, ho capito che non avrei mai lavorato per Cosmopolitan. Quindi ho fatto il Master della Fondazione Mondadori, per un anno sono stata una redattrice kamikaze alla Shake Edizioni, poi ho collaborato per un paio di altre case editrici, e alla fine sono approdata a Mondadori. In tutto questo, guidata da un mantra: “I can’t pay my rent, but I’m fucking gorgeous”. Perché lavorare in editoria, dopotutto, ti fa sentire un sacco figo. Anche se molti amici credono ancora che io faccia l’arredatrice, e non la redattrice.
Fare questo mestiere è «sempre meglio che lavorare»?
Si dice la stessa cosa dei giornalisti, ho cambiato mestiere con la sicurezza che in fondo il concetto era identico. Però in realtà si lavora tantissimo, e sempre senza orari, e soprattutto il weekend. Mentre quando hai un mercoledì libero nessuno vuole fare serata con te perché il giorno dopo la gente con un lavoro e una vita normale deve andare in ufficio. Che ingiustizia.
Vuoi più bene a Proust o a Joyce?
A Proust, senza dubbio! Anche se, malgrado millanti di aver letto buona parte della Recherche, non sono mai riuscita a superare pagina 50 di Un amore di Swann. Ma prima o poi ce la farò. Devo arrivare almeno a incontrare Albertine. E comunque, All’ombra delle fanciulle in fiore è uno dei titoli più belli in assoluto.
L'ultimo libro che hai letto?
Il weekend di Peter Cameron. Come i suoi altri libri, è stato un po’ una delusione: Cameron a mio dire di solito parte benissimo, personaggi e trame che hanno mille possibilità di sviluppo, e poi a un certo punto il romanzo sembra spegnersi. Ogni volta ci rimango malissimo, è come se fosse un tradimento.
E invece da adolescente cosa leggevi?
Di tutto, dai classici (Cime tempestose su tutti, ho scoperto così Kate Bush) ai poeti maledetti (citarli era un sacco rock’n’roll, regalava un’invidiabile aura di dannazione, la quintessenza della cupio dissolvi), fino ai cannibali. Due dei miei libri seminali sono stati Luminal e Lovers della Santacroce, mi hanno aperto un mondo.
Cocktail preferito?
Per anni ho bevuto esclusivamente Martini bianco con ghiaccio e limone, lamentandomi perché nessun barista lo serviva mai in un bicchiere dalla forma severa con l’oliva di rito. Ora sono più versatile: la serata perfetta inizia con un gin lemon, seguito dalla sambuca. Per finire in bellezza, vodka alla menta.
Vorresti aver scritto tu Cinquanta sfumature di grigio?
Tutta la vita! Però sarei stata più anatomica: com’è possibile che in un’odissea erotica di più di 900 pagine non compaiano mai le parole “pene” e “vagina”? Insomma, anche solo per evitare ripetizioni con “membro” (ovviamente "turgido") e “tra le mie gambe” (ovviamente "scosse dagli spasmi") le avrei usate, è il principio base della variatio.
Jonathan Franzen vuole diventare tuo amico: gli offri un aperitivo?
Sono una signora, se offre lui ci sto.
Hai un lettore ebook?
No, sono una reazionaria.
Sai distinguere il Simoncini dall'Helvetica?
No, ma conosco bene l’inutilissimo Frutiger.
Il futuro dell'editoria è il digitale, il social o le ciambelle fritte?
Perché escludere una possibilità? Sarebbe come dire che tutte le bionde sono stupide, e io, da ex bionda (tinta, ma quasi tutte le bionde lo sono), smentisco categoricamente questo luogo comune.
Dove compri i tuoi libri?
Ne rubo un sacco agli amici, con la scusa di prenderli in prestito. Li restituisco solo se non mi piacciono. Ma ora ho sulla scrivania una copia di Carne e sangue di Michael Cunningham autografata (!), che ho sottratto dalla libreria di un’amica. Non credo che avrò mai il cuore di separarmene. Potrei cederla solo sotto la minaccia della mia incolumità fisica.
Le serie tv sono meglio dei romanzi o ci vanno molto vicino?
Guardo poca tv, ma rivendico la superiorità morale e materiale di “Beautiful”: Brooke è un’eroina postmoderna, e tutto il resto è futile.
Ultimo viaggio fatto?
Sicilia, per il matrimonio di un caro amico. Ho quasi rischiato di prendere un colorito sano, ma dopo due giorni a Milano la mia carnagione è tornata color carta usomano 30 grammi.
Quante lingue e dialetti parli?
Italiano molto bene, inglese un po’ periclitante, francese pirotecnico, nel senso che sono bravissima a inventarmi le parole. Ma col dialetto venegonese sbaglio sempre gli accenti.
Il libro del futuro è senza pagine e si naviga con lo sguardo?
Anche sì, ma non del tutto. Perché amo le librerie Ikea.
Chi vorresti essere nella tua prossima vita?
Un sex symbol, in questa vita qualcosa è andato storto. Ma anche una commessa di Guess, per incarnare la sublimazione dell’estetica situazionista: chiedi una stola e ti fanno vedere una giacca, chiedi dei colori fluo e ti mostrano i gialli pastello, chiedi una maglietta e ti portano una borsa. Una totale disconnessione dalla realtà che è puro genio.
Cosa fai oltre a lavorare nell'editoria?
Scrivo rubriche del cuore e test d’amore per riviste per ragazzine, mi autoinvito a cena dagli amici perché non so cucinare, vado a ballare musica anni Ottanta e Lady Gaga, al cinema a vedere film improbabili e in posti equivoci a sorseggiare dei gin lemon. E poi mi faccio fare i tarocchi e penso ai piani B della vita, tipo diventare il capo supremo dei visual di H&M e far vestire tutti come dico io. Quelle sì che sarebbero soddisfazioni.
Grazie!
Ma grazie a te!
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