
Apre gli occhi nel cuore di un'immensa conchiglia. Ha un corpo di legno articolato e ingranaggi, e il cadavere del suo costruttore giace accanto a lui. Non ha un nome, non ha memoria, ma appena nato ha già mostruosi nemici che lo braccano e una missione che non ha chiesto né desiderato: diventare umano. Attorno a lui c'è un mondo che un'antica catastrofe ha trasformato nel sogno delirante di un folle, alle sue calcagna due Incubi, la Maschera e la Bestia, e davanti a lui un sentiero costellato di mutazioni, tribù selvagge, divinità del caos e giganti marini che lo condurrà verso un destino molto più incerto di quanto i suoi creatori avessero mai potuto prevedere.
Pare che fiabe, favole e storie bibliche siano la nuova frontiera dell’ispirazione cinematografica e letteraria. Serie come C’era una volta, o film come Biancaneve e il Cacciatore rappresentato in pieno questa tendenza. E quale romanzo italiano è più fiabesco di Pinocchio, con i suoi animali parlanti e la morale sempre dietro l'angolo? Ma non temete, non è del romanzo di Collodi che intendo parlare. Tanto più che siamo in campagna elettorale ed il fascino della bugia, da sempre, miete le sue vittime, nella realtà come nella fantasia. Anche se c'è chi, affetto da una sorta di pupafobia, non saprebbe leggere Pinocchio, o guardare il classico Disney senza avere un attacco di panico, l'elemento orrorifico è ben più importante nel libro che vi voglio proporre, che al romanzo del bambino di legno si ispira alla lontana. Tagliando i fili al burattino, Il sentiero di legno e sangue potrebbe essere definito proprio come una versione dark della fiaba. Termine abusato, un po’ come dire che un romanzo è sempre attuale, una banalità che non si risparmia mai a nessuno. Ma quando il romanzo è veramente attuale, cosa facciamo? E quando invece è veramente dark? Usiamo il superlativo? Ecco allora che Il sentiero di legno e sangue di Tarenzi è indubbiamente darkissimo.
Se –indossata la nostra mantellina rossa e imbracciato il cestino di focacce– volessimo avventurarci anche noi lungo il sentiero dell’ispirazione letteraria che muove l’opera di Tarenzi, troveremmo sicuramente Clive Barker, Lovecraft e Gaiman. Ma l’autore va oltre i classici della letteratura horror contemporanea. E, oltre fantasy, fantascienza, steampunk, post-apocalittico e i mille altri generi della speculative fiction, troviamo il new weird. Genere al quale questo romanzo può essere ascritto senza dubbio, soprattutto per il particolare legame magia-sogno-tecnologia.
Ai digiuni di letteratura di genere mai tradotta in Italia, il termine new weird non farà suonare alcun campanello, ma di questo si tratta. Il sentiero di legno e sangue è un romanzo new weird. E sembra rientrarvi a pieno, soprattutto nella definizione del genere cara al principale esponente, Jeff VanderMeer:
“Atmosfere lugubri, oscure, ciniche e pessimiste”. “Non c'è nulla di consolatorio o evasivo, a differenza del fantasy classico"
"Il sentiero di legno e sangue" è poi un titolo davvero evocativo di ciò che troverete in questo libro. La struttura stessa del romanzo è quella di un lungo percorso iniziatico tra archetipi, sogno e meraviglia. Soprattutto quella meraviglia perturbante, al confine con l’unheimlich ed il sense of wonder, di un mondo popolato da marionette, bambole parlanti, esseri (quasi umani) di tutti i tipi.
Come in un quadro di Bosch, abbondano le immagini d’orrore dantesche. Indimenticabile l’incontro con Mangiafuoco, i cui burattini sono esseri umani agganciati con fili conficcati nelle carni, condannati a recitare per sempre Shakespeare.
Del Pinocchio, quello di Collodi –a parte l'ispirazione– c’è veramente poco. Ci sono i personaggi, certo, ma non c’è né lo stile né la morale fiabesca. A questo proposito, è meglio citare anche l’introduzione di Francesco Dimitri, che invita a riflettere (ribaltando i nostri pregiudizi) sulla natura eversiva della letteratura fantastica:
Non mi piace Pinocchio. Lo trovo un libro conservatore nel peggior senso della parola: "obbedisci, ragazzo" sembra dire, "e vedrai che prima o poi riuscirai a integrarti nella società". Io non ho mai voluto obbedire, e non ho mai voluto integrarmi.[...]
E conclude [...]Il Sentiero risveglia i barbari. Gli stessi barbari che il Pinocchio originale metteva a dormire[...]
L’autore
Luca Tarenzi, nato a Somma Lombardo nel 1976, è uno scrittore e traduttore italiano, autore di romanzi fantasy e saggi. Laureato in Storia delle Religioni all'Università Cattolica di Milano, è stato giornalista e redattore. Attualmente collabora con varie case editrici come traduttore, editor e consulente: tra le sue traduzioni figurano opere di Douglas Preston e Lincoln Child per Rizzoli, di Jonathan Stroud e Nahoko Ueashi per Salani.
Ha esordito come scrittore nel 2006 con il romanzo “Pentar” (Alacran), ripubblicato nel 2008 con il titolo “Pentar – Il Patto Degli Dei”.
Nel 2008 ha pubblicato “Il libro dei Peccati” (Alacran), raccolta di racconti storici, fantasy e horror sul tema della colpa e della redenzione.
Per Asengard ha pubblicato “Il Sentiero di Legno e Sangue”, per Alacran “Le Due lune” e per Salani “Quando Il Diavolo Ti Accarezza”.
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